Palau: i volontari distribuiscono i i libretti “La Storia dei Diritti Umani”
Non è sufficiente sapere che esiste una Dichiarazione Universale dei Diritti Umani per poter asserire che i 30 articoli in essa contenuti siano garantiti a tutti gli esseri umani.
Per miliardi di persone quegli articoli sono solo parole scritte sulla carta e niente più, un sogno che per molti di esse non si realizzerà mai. Non mi riferisco solo ai Paesi del terzo e quarto mondo, alle nazioni in via di sviluppo o governati da disumani tiranni, dove le parole giustizia e libertà non hanno alcun valore.
Penso a quanti, anche nelle nostre ricche società occidentali, affrontano grandi difficoltà per mettere su pranzo e cena tutti i giorni o per dormire sotto un tetto o, semplicemente, avere un giusto e rapido processo ed essere trattati tutti allo stesso modo davanti alla legge.
“L’ingiustizia in un luogo qualsiasi è una minaccia alla giustizia ovunque“, diceva Martin Luther King che donò la vita per gli ideali di giustizia e garantire i diritti umani agli afroamericani. Parole condivisibili da chiunque abbia un po’ di buonsenso e possiamo osservare tutti i giorni anche nelle nostre città e paesi.
I diritti umani non sono qualcosa che riguarda gli altri. Si realizzano prima di tutto nelle nostre case, nei condomini e nei posti di lavoro. Non è sufficiente fare una donazione all’Unicef in favore dei bambini abbandonati, e poi impedire che uno di colore diverso dal proprio si integri nella nostra società.
L’iniziativa
“I diritti umani devono essere resi una realtà e non un sogno idealistico” scriveva il filosofo e umanitario L. Ron Hubbard e, affinché questo sogno diventi realtà, i volontari di Uniti per i Diritti Umani e della Chiesa di Scientology, si adoperano in tutto il mondo perché i trenta articoli siano conosciuti e rispettati da tutti.
Partendo da Palau, nel pomeriggio di martedì 6 ottobre i volontari distribuiranno centinaia di libretti “La storia dei Diritti Umani”, con l’intento di raggiungere tutte le principali località dell’alta Gallura perché, come recita l’articolo numero 29 della Dichiarazione invitando tutti a prendersi responsabilità:
“Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, poiché soltanto in essa è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità”.
Info: www.unitiperidirittiumani.it