Popolo della Famiglia Sardegna: ristorazione e turismo in ginocchio in Sardegna con il nuovo decreto.
Il Popolo della Famiglia Sardegna è vicino ai ristoratori sardi e chiede più attenzione alle loro necessità: lasciamoli lavorare con orari prolungati evitando che i giovani restino per strada o in ambienti non protetti e aiutiamo così le imprese familiari (le più colpite) a recuperare parte degli introiti che sono venuti meno. Più controlli nei locali e meno inutili restrizioni.In Sardegna a giugno non ha riaperto, dopo il lockdown, una buona parte dei ristoranti e bar, soprattutto a conduzione familiare. Tra marzo e giugno, le aperture delle nuove imprese sono calate del 32,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Assai pesanti sono state le riduzioni nelle attività di alloggio e ristorazione (- 45,7% fino anche all’ 80- 90% ).
Delle numerose imprese sarde esistenti prima del marzo 2020, chi ha riaperto sperava di poter rivedere la luce dopo il lungo tunnel della chiusura. L’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio spegne il sogno e colpisce un settore già fortemente provato dalla crisi, riducendo gli spazi di recupero del fatturato perso.
Ristorazione e turismo sono due comparti economici strettamente legati tra loro, che fungono da traino economico per la nostra regione. Colpire questo settore è un segnale pericoloso di disinteresse verso la categoria della ristorazione, che ha perso quote rilevanti del proprio fatturato.
I ristoratori, tra clienti in meno nella pausa pranzo a causa del lavoro a casa e tasse da pagare per un numero superiore di clienti rispetto a quelli oggi effettivamente ospitabili nelle strutture, sono costretti a lasciare a casa i propri dipendenti o addirittura a chiudere. Riteniamo ridicola la scelta di limitare a sole 30 persone la capienza di un locale che, a seconda dei metri quadri, potrebbe garantire un servizio comunque in sicurezza.
Siamo infatti convinti che in questo modo verranno gravemente ed ulteriormente penalizzate tutte queste categorie, già gravemente colpite dalla crisi.
Il turismo, di cui la Sardegna prevalentemente vive, ha visto crollare le presenze e le attività culturali sono state falcidiate, scatenando un effetto domino.
Come movimento politico da sempre vicino alle imprese familiari, chiediamo al governo Conte maggiore sensibilità verso queste categorie, certi che si possano trovare soluzioni meno drastiche in grado di far superare questo periodo emergenziale con meno difficoltà possibili.