Stiamo parlando, per essere precisi, di una manifestazione aperta, sin dall’origine, a tutti gli infermieri italiani ed alle loro istanze rappresentative».
Esordisce così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, nel comunicare la “drastica decisione” della FNOPI, in seguito alla lettera ricevuta da parte di Cgil, Cisl e Uil, di “imporre” agli Ordini Territoriali un inspiegabile veto di coinvolgimento diretto alla storica giornata capitolina che porterà al Circo Massimo infermieri da tutta Italia.
Apprendiamo con rammarico che qui si fa una grande confusione tra “libertà di manifestazione del pensiero” e “attività di rappresentanza sindacale”, continua De Palma, peraltro, non è certo la prima volta che Ordini professionali partecipano o promuovono iniziative pubbliche o manifestazioni.
Ci chiediamo, pensando al comportamento tenuto dalla Fnopi, se davvero rappresentiamo, seppur attraverso percorsi e modalità diversi, noi come sindacato, loro come ente sussidiario dello Stato, le medesime istanze professionali, cioè quelle degli infermieri Italiani.
La Fnopi sembra aver dimenticato che le rivendicazioni che ci porteranno in piazza il 15 di ottobre sono le medesime che da tempo essa stessa invoca per la categoria, eppure nessuno ha mai pensato di sostenere che tale attività possa essere assimilata in qualche modo all’ attività di rappresentanza sindacale vietata agli ordini.
E’ del tutto chiaro ed evidente che la legge non consente agli Ordini di svolgere attività “di rappresentanza sindacale”, ed infatti nessuno mai chiederebbe a loro di sedersi ad un tavolo contrattuale per condurre una trattativa.
Ma questa manifestazione non ha nulla a che fare con tutto questo, perchè si sta parlando di uno strumento democratico e diretto di democrazia, un incontro Costituzionalmente tutelato, voluto per celebrare il trionfo della libera manifestazione del pensiero indipendentemente da ruoli e competenze istituzionali.
E’ stato meraviglioso apprendere che numerosi gruppi e associazioni infermieristiche, seppur così diverse tra loro, dall’AADi al Coina, Infermieri in cambiamento, fino all’ADI Famiglie Italiane, che rappresenta i pazienti domiciliari, hanno sostenuto sin dal primo momento, senza alcuna forzatura, la nostra lotta.
Abbiamo fermamente creduto che di fronte a questo tema – soprattutto in un momento così delicato per il nostro Paese e in cui è noto il sacrificio degli infermieri – occorre combattere tutti, creando coalizioni ampie.
Sostenere una manifestazione realizzata a beneficio e partecipazione di quelli che rappresentano la stessa materia umana che esprime l’essere ed operare degli Ordini, nel nostro caso cioè gli infermieri, non vuol dire in nessun modo svolgere “ruoli di rappresentanza sindacale”.
Chi svolge un’ attività di rappresentanza sindacale è il Presidente del Nursing Up quando sottoscrive un protocollo dopo aver condotto una trattativa negoziale , ma non può certo dirsi che svolge attività di rappresentanza sindacale il Presidente di un Ordine che, per ipotesi, partecipi ad un convegno pubblico in cui una o più realtà propongano temi a cuore degli infermieri o quando lo stesso promuova la partecipazione degli iscritti a momenti democratici di impulso e di sostegno alla valorizzazione professionale, come è il caso della manifestazione pubblica del 15 ottobre.
Per come la vediamo noi, si dovrebbe collaborare nel rispetto della distinzione tra i ruoli. Il tutto nel comune interesse degli infermieri.
Insomma, la nostra manifestazione non può essere liquidata come un’ attività di rappresentanza sindacale, perchè essa è nei fatti e nella sostanza, un momento collettivo cruciale, di sensibilizzazione della opinione pubblica e del Governo in favore delle professioni infermieristiche, del loro ruolo e della esigenza di valorizzazione sociale, e dove gli ordini dovrebbero essere liberi di partecipare a pieno titolo, esercitando quel diritto Costituzionale protetto, di libera manifestazione del pensiero a sostegno di una categoria professionale umiliata e scarsamente riconosciuta.
Alla fine, se il semplice fatto di partecipare o sostenere una manifestazione “significasse svolgere attività di rappresentanza sindacale”, allora in Italia avremmo più sindacalisti che cittadini.
Dopo tutto quanto sta accadendo, chiamiamo con ancora più forza la partecipazione di colleghi e colleghe, realtà collettive e singoli cittadini, alla manifestazione del 15 ottobre, che peraltro si annuncia sin da ora partecipatissima nonostante le posizioni assunte dalla FNOPI, nella consapevolezza di avere ormai spunti ed evidenze sufficienti , questo sì, per una riflessione ancora più approfondita sia sulla condizione della nostra professione, sia sulla sua organizzazione che sul modo in cui attualmente è rappresentata.
Occorre lottare e non avere paura di cambiare ciò che non funziona, conclude De Palma amareggiato.