Lo sciopero nazionale interessa infermieri e professioni sanitarie ed è indetto dal sindacato di categoria Nursing Up. Scopo è richiedere un’area di ccontrattazione autonoma per la rimozione del vincolo di esclusività e l’aumento salariale alla pari dei colleghi europei.
L’antefatto.
Da anni gli infermieri e le altre professioni sanitarie chiedono un contratto autonomo al di fuori del comparto sanità. Questo come già avviene per i medici.
Sono trascorsi vent’anni di vane promesse della politica di ogni schieramento. “Ancora ci troviamo ancora nel calderone contrattuale con idraulici, amministrativi, ausiliari cuochi. Tutti, seppur svolgono ruoli rispettabilissimi, non hanno la responsabilità legale e l’autonomia professionale che la legge invece impone e prescrive all’infermiere e ai professionisti sanitari. Chiediamo anche gli oneri previsti per legge come il pagamento dell’ordine professionale, di una assicurazione professionale privata e della formazione continua che pesano sulle tasche del professionista fino a 3000 euro annui” si legge nella nota.
La piazza di Roma del 15 ottobre.
Questo sciopero viene dopo la manifestazione del 15 Ottobre a Roma. In questo 4000 infermieri in piazza hanno chiesto un’area contrattuale autonoma. Dunque il riconoscimento degli aumenti salariali, la formazione post laurea e le reali responsabilità dei professionisti. Inoltre la rimozione del vincolo di esclusività che perpetua una grave ingiustizia: ai medici e agli altri dirigenti è permesso avere altre attività lavorative o studi privati in palese conflitto di interessi con le attività aziendali. Invece alle professioni sanitarie è vietata qualunque altra attività lavorativa.
“Naturalmente ora vige nelle aziende anche la paura di perdere un solo infermiere. Un professionista trattato solo come braccia da buttare in un campo di battaglia caotico e senza nessuna organizzazione”.
Ci dispiace creare un disagio all’utenza durante la seconda ondata pandemica. Tutte le promesse del Governo, fatte durante la prima ondata, non hanno avuto alcun riscontro. Nonostante ciò garantiremo i servizi minimi e quelli di urgenza con la serietà e la professionalità che ci ha sempre contraddistinti.
“Noi non Vogliamo essere Eroi , vogliamo solo che il Governo e la Conferenza Stato- Regioni riconoscano la nostra professionalità. Di conseguenza chiediamo anche una retribuzione adeguata” conclude la nota del sindacato.