Sentenza epocale del TAR Cagliari. È del 1 ottobre una importantissima sentenza che crea un precedente giuridico fondamentale. Tema il reclutamento universitario degli atenei italiani.
Nello specifico i giudici del Tar Cagliari stabiliscono che il concorso per il posto di professore ordinario in Diritto privato bandito nel 2019 nell’ateneo di Cagliari è illegittimo.
Un importante precedente
Ma questa sentenza è decisiva perché segna un nuovo indirizzo da parte della giustizia amministrativa in ambito di reclutamento universitario.
La sentenza avrà sicuramente ripercussioni anche su altre procedure di concorso di altri settori, ben oltre l’Università di Cagliari ma anche per altri atenei.
La novità, infatti, è che ad essere travolta, concettualmente, da questa sentenza non è solamente la singola procedura, ma, ab origine, le stesse regole scelte per tutte le procedure. Infatti è il sistema scelto dall’Università, secondo il Tar, a essere contro la legge, non solo il bando di concorso per il posto da ordinario di Diritto privato.
Come sappiamo la legge 240/2010 impone che ogni ateneo si doti di un regolamento “generale e astratto” per la disciplina di tutti i concorsi. Invece i singoli atenei delegano alle singole commissioni di concorso il compito di individuare le regole della loro specifica selezione. Lo fanno perciò senza attenersi a determinati principi che garantiscano la trasparenza della procedura. Nel caso di specie si discostano da quanto dispone la Carta europea dei diritti del ricercatore e del docente universitario.
La denuncia dell’associazione Trasparenza e merito.
L’associazione Trasparenza e merito affida a un comunicato la sua denuncia: “I criteri decisi dalla commissione sarebbero stati forzati rispetto ai paletti generali per l’assegnazione del punteggio. La scelta è avvenuta quindi dopo la prima seduta della commissione. E quindi successivamente alla conoscenza dei nomi dei candidati da parte dei membri della commissione. In una parola, illegale”.
Per prendere visione della sentenza integrale, è possibile cliccare qui oppure consultare il sito della Giustizia amministrativa.