«Ho raccontato di un mondo ai confini con la modernità – ha spiegato Mereu ai presenti – ho raccontato la Sardegna che a un certo punto incrocia la civiltà moderna, un mondo che normalmente non ha voce, quello della civiltà pastorale, e in questo senso c’è una grande affinità con lo spirito del festival di Asuni e Solarussa. Il fatto che si svolga in un luogo di confine è importante perché rappresenta un tentativo sincero di portare la cultura del cinema laddove sembrerebbe essere scomparsa».
Sotto una meravigliosa luna piena nel cortile di Casa Sanna, il pubblico ha incontrato il regista con quale si è intrattenuto a lungo a dialogare dopo la proiezione del film, accanto alla direttrice artistica Michela Anedda e al sindaco di Solarussa, Mario Tendas, il quale è stato più volte ringraziato da Mereu per il grande impegno profuso in Regione a sostegno del comparto del Cinema in Sardegna. Un comparto che dà lavoro nell’isola a un gran numero di maestranze.
E se è vero che il film è un atto di denuncia sul ripiegamento dei valori in funzione del più facile profitto forzando anche i limiti imposti dalla natura, leggere il film solo in questa direzione, secondo l’autore «significherebbe privarlo di tutta una serie di altre letture possibili, a partire dal conflitto tra un padre e un figlio e tra le loro visioni del mondo».
Riguardo alla partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia, Mereu ha specificato che è sempre un’esperienza straordinaria ed emozionante. Ma che quest’anno lo è stata in particolar modo, perché si è voluta fare nonostante la situazione contingente sembrasse cancellarla: «Anche se il si è svolta in tono minore penso sia stato dato un grande segnale al pubblico e agli operatori del settore e al cinema di tutto il mondo, perché il cinema deve continuare a vivere, deve rinascere e non essere travolto».
Quindi una piccola curiosità sulla scelta di Gavino Ledda come protagonista: «Avevo visto una sua foto sul web che lo ritrae sotto una quercia in canottiera. Era perfetto. L’ho corteggiato e sono riuscito a convincerlo, per poi capire col tempo quale persona duttile e sensibile fosse, e avesse quindi tutte le carte in regola per diventare un grande interprete, come il film dimostra. Oggi farei fatica a immaginare questo lavoro senza di lui».
Prima di “Assandira” il pubblico di Solarussa ha potuto visitare la mostra fotografica di Alessandro Mirai: ‘A festival can hide another – Un festival ne può nascondere un altro’, e vedere il film “Iona” di Scott Graham preceduta da un videomessaggio dell’autore.
IL PROGRAMMA DI DOMANI.
Domenica 4 ottobre sarà il giorno conclusivo dell’intera manifestazione. Gli appuntamenti si terranno al coperto in Casa Sanna a causa delle previsioni meteo poco favorevoli per eventi all’aperto.
La serata prende il via alle 18 con un film per i più piccoli, ‘Ribelle‘ (‘The Brave’) – La storia di una principessa scozzese guerriera. Alle 20 sarà proiettato un episodio particolarmente rappresentativo della serie TV della BBC SHETLAND, ‘Red Bones‘ (poliziesco, thriller – 2013 – 120’) regia di Peter Hoar, in inglese con sottotitoli in italiano: il commissario Jimmy Perez indaga su uno strano delitto in un’isola delle Shetland.
Alle 22 proiezione di ‘Clavel‘ di Shona Main (docufilm – 2010 – 30′), che racconta la vita di un anziano pastore e agricoltore delle isole Shetland. Il docufilm sarà preceduto da un videomessaggio della regista e seguito da una sessione live di domande e risposte .
Alle 23 proiezione di un estratto di ‘Cul de sac’ (drammatico – 1966 – 111’) di Roman Polansky – Strani incontri nella remota isola di Lindisfarne. La serata e l’intera rassegna si conclude subito dopo con un brindisi finale.