Gli attivisti alle ore 15.00 davanti al Tribunale di Trento, largo L. Pigarelli 1, LEAL e Salviamo gli Orsi della Luna esporranno cartelli e striscioni a tema. Sarà inoltre letta e consegnata alla stampa la dichiarazione integrale di Stefania Sbarra, Barbara Nosari e Loredana Labriola le tre attiviste che dal 21 settembre hanno iniziato uno sciopero della fame per chiedere la liberazione degli orsi detenuti al Casteller, e della quale anticipiamo uno stralcio.
LEAL e Salviamo gli Orsi
“…Anche alla luce del pronunciamento del Tar in data 8 ottobre 2020, che segna una altra pagina vergognosa della ratio jure italiana in tema di animalismo, siamo a dichiarare che non molleremo, e porteremo ovunque la nostra protesta sino a quando a DJ3 – M49 – M57 – e per ultima JJ4 o Mamma Orsa non sarà restituito per legge loro quanto è stato tolto ovvero libertà e dignità. La nostra azione di lotta sposa appieno anche i principi che animano le battaglie legali di LEAL e di Salviamo gli Orsi della Luna.
Con il comunicato odierno infatti siamo a dire che la nostra lotta è certamente per gli orsi vivi ma non dimenticando coloro che sono stati ammazzati da una politica abbietta e da una legge ancora profondamente e pericolosamente antropocentrica.
Appoggiamo e confortiamo qualsiasi azione che verrà intrapresa da Leal e da Salviamo gli Orsi della Luna perché unanimi sono i principi fondanti il pensiero comune…” .
L’orsa JJ4 fu braccata la sera del 12 agosto 2017 mentre era con i suoi cuccioli e venne fucilata dagli uomini della Forestale. La sua uccisione era stata pianificata dando seguito ad una ordinanza di Rossi dopo che mamma orsa si era resa “colpevole” di aver graffiato ad un braccio e alle gambe un anziano escursionista che, passandole in prossimità con il proprio cane, l’aveva messa in allarme.
Gian Marco Prampolini, presidente di LEAL, Natascia Pecorari Presidente di Salviamo gli Orsi della Luna esprimono la massima solidarietà alle attiviste in sciopero della fame e sottolineano: “In Trentino la convivenza con gli orsi fino ad oggi è stata conflittuale anche a causa di interessi economici. Per incentivare ulteriormente il turismo si è fatta una rete di sentieri sempre più fitta e vasta, urbanizzazione, alberghi, piste da sci e impianti di risalita che hanno invaso gran parte del territorio necessario per sopravvivere alle specie selvatiche.
Al poco territorio rimasto ci pensa la zootecnia che a sua volta ha mire espansionistiche: non è difficile comprendere quindi che anche oggi la medaglia della pericolosità vada assegnata all’essere umano. Gli orsi non hanno responsabilità: sono loro le vittime e chiediamo con forza la loro liberazione”.
LEAL e Salviamo gli Orsi della Luna sono rappresentati dai legali Aldo Truncè, Aurora Loprete e Francesco Moschella.