Vecchi partiti e raggruppamenti. Vi ricordate tangentopoli, vi ricordate il Pubblico Ministero Di Pietro, vi ricordate i partiti? Bene, tutti i vecchi raggruppamenti di allora hanno sostituito solo simboli e sigle e proseguono imperterriti come prima.
E’ noto a tutti che circa 10 anni fa si è verificata un’aggregazione popolare e, con le ultime votazioni politiche ha sfiorato il 33% di consensi: ebbene da quel giorno le vecchie corazzate della brutta politica con il supporto dei poteri forti e dell’informazione non indipendente, si sono scatenati contro questo movimento di opinione.Anche le famose sardine, che di sardo non hanno niente, improvvisamente apparse lo scorso anno, hanno avuto lo stesso trattamento e sono quasi scomparse. Siamo un popolo di semplicioni e ci facciamo influenzare da ogni tipo di notizia quando sarebbe più opportuno documentarci attraverso testi ufficiali o scritture certificate. Lo vediamo anche nello sport una squadra più è rinomata e, più è seguita.
Vecchi partiti e raggruppamenti
Anche noi sardi (una volta austeri, diffidenti, guerrieri….) veniamo rapiti e suggestionati da notizie per la maggior parte infondate. Nel settore calcistico tifiamo in gran parte squadre del nord Italia e in politica sbaviamo da quanto viene detto da noti diplomatici e da noti professionisti dell’informazione. Insomma seguiamo il nostro istinto pastorale. In politica preferiamo essere rappresentati da un noto professionista lumbard (privo di libretto del lavoro) anche se fino a qualche mese fa ci offendeva. Questo mentalità è presente anche nel settore del lattiero caseario, dell’artigianato e del turismo (ecc.).
Tanto è vero che molti di noi apprezzano i formaggi francesi, i gioielli di Colmar e le spiagge di Phuket. Non ci badiamo se una serie infinita di politici sono indagati o condannati e i loro partiti di origine austro/ungarici occupano le istituzioni in Sardegna.
Da oltre 50 anni questo popolo è privo di coraggio avendo smarrito la sua identità: votato al servilismo e quindi scarsamente interessato a cambiamenti che hanno come obiettivo la moralizzazione della politica.
di Salvino Grindi