La comunità circense sarda chiede aiuto: è rischio sopravvivenza
In Italia sono circa 90 le realtà circensi che sono presenti sul territorio per un totale di quasi 5.000 persone, ma non tutti sono destinatari dei fondi FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo): solo un terzo rientra per l’assegnazione, gli altri, in questo momento di fermo attività per l’emergenza Coronavirus, rischiano la sopravvivenza a lungo andare. È quanto illustra dalla Sardegna, nel cagliaritano, l’imprenditore circense Eusanio Martino.
“I fondi FUS già ripartiti a pochissimi complessi circensi sono stati già assegnati sino al 2021 e le altre imprese del settore non incluse se non ripartiranno rischiano la chiusura” – spiega Martino – questa situazione crea una fase di stallo, una parte del circo è stata aiutata e il pressing per la ripartenza è calato”.
Dalla Sardegna Eusanio Martino lancia il suo appello:
“Siamo allo stremo, le istituzioni al momento non sono ancora venute in nostro aiuto e le nostre riserve sono al limite, le spese incombono dalla manutenzione dei mezzi, alle spese di routine dalla piazza alla luce, ma noi siamo anche garante per i nostri animali che custodiamo e assistiamo. Siamo due complessi circensi (i Martino e i Bellucci) e, senza alcun incasso, si stenta a mantenere la nostra attività, senza alcun sostegno statale”.
L’idea di Martino è quella di creare un’associazione volta a tutelare i diritti dell’imprenditoria circense, per dar voce alla maggior parte delle realtà escluse dalla concertazione con il governo in modo da far fronte comune alle esigenze delle nostre attività, al fine di supportare l’esistenza di tutti i complessi circensi, patrimonio culturale.