“Come il passaggio dalle botteghe alle fabbriche richiese alcuni decenni – spiega Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso Sapienza Università di Roma – così quello dall’ufficio allo smartworking sta facendo il suo cammino. All’inizio del 2020 sembra che solo 570mila italiani lavorassero in smartworking. Ai primi di marzo, con l’isolamento imposto dal Covid-19, sono improvvisamente diventati milioni. Ancora oggi, molti si affannano a correre perché i ritmi della catena di montaggio tardano a dileguarsi, ma lo smartworking arriva al momento giusto per facilitare la loro liberazione”.
La pandemia, dunque, ha inaspettatamente accelerato questo processo che proseguiva con lentezza a causa di un ritardo culturale di aziende e pubbliche amministrazioni. Ma l’Italia come sta affrontando questa rivoluzione digitale e come dovrà adeguarsi?
“L’emergenza sanitaria ha portato con sé una rivoluzione del modo di lavorare. In questo contesto e per vincere la sfida del lavoro del futuro un ruolo importante lo giocano le piattaforme tecnologiche e la formazione. Vogliamo renderci disponibili sul portale AIDR per supportare con i più importanti esperti tutti quei team incastrati in una routine nuova e poco producente a causa del Covid19. Nei prossimi giorni uscirà un eBook“ Smart working: le 5 parole chiave” per aiutarvi a prendere in mano il futuro dell’azienda ed essere più consapevoli grazie ad una sperimentazione già avviata e l’opportunità di trasformarla in una pratica aziendale consolidata”.
Oltre a Domenico De Masi Interverranno i soci di Aidr, Alessandro Bacci, direttore affari istituzionali, personale e sistemi informativi Regione Lazio, Sergio Alberto Codella, avvocato giuslavorista e Gennaro Petrone, dottore commercialista e revisore legale. Ognuno porterà la sua esperienza e punti di domanda su un tema tanto attuale ma che necessita di risposte certe. Introduce e modera l’evento Paola Mansi, dell’Agenzia per l’Italia Digitale.