La Sanità Gallurese, come quella Sarda, deva far fronte ad una pandemia che comporta necessariamente la riorganizzazione delle risorse in tutte le sue strutture sanitarie. Non e’ in corso nessun taglio o riduzione di posti letto o attività, ma sicuramente per gestire al meglio la situazione è fondamentale una costante riorganizzazione dei servizi, che viaggia di pari passo con la diffusione del virus.
Al Paolo Dettori di Tempio Pausania sono in servizio sei anestesisti, dallo scorso lunedì 05 novembre due di questi sono assenti per malattia, con questa dotazione organica, non è possibile garantire l’attività chirurgica programmata, ma solo le urgenze-emergenze indifferibili.
Al “Giovanni Paolo II” di Olbia sono in servizio H24 un anestesista e un rianimatore per far fronte a tutta l’attività che grava sull’ospedale olbiese che è centro di riferimento per tutta l’Area omogenea.
Questo comporta, quindi, una necessaria riorganizzazione delle attività chirurgiche, con il rinvio delle attività programmate deferibili, e l’assistenza delle urgenze-emergenze indifferibili.
Si ricorda che gli ospedali della Assl Olbia non sono Covid+, pertanto, in caso di paziente positivo che dovesse arrivare nelle strutture Galluresi, il personale della Assl è in grado di garantire la stabilizzazione anche con l’intubazione del paziente in difficoltà respiratoria, in attesa di trasferimento nelle strutture di riferimento. Nel frattempo, il paziente viene messo in isolamento nelle tende esterne all’ospedale o, in caso di maggior attesa, all’interno dell’area grigia del “Giovanni Paolo II” di Olbia, ma sempre in attesa del trasferimento, con la presenza dell’anestesista, in una struttura di riferimento per la gestione dei casi positivi al Covid.
Le dichiarazioni odierne del consigliere regionale del Pd, Meloni, sono gravissime e non fanno altro che creare allarmismo tra la popolazione, popolazione che tra l’altra da mesi sta mostrando un grande senso di responsabilità non affollando i Pronto Soccorso di codici Bianchi e Verdi.
La costante riorganizzazione delle attività all’interno delle strutture ospedaliere serve proprio per garantire l’assistenza sanitaria a tutti i pazienti, con una priorità per quelli con funzioni vitali gravemente alterate o comunque instabili. In questi casi, tutti gli operatori sono al servizio della persona con tutta la tecnologia a loro disposizione, con una riduzione del resto delle attività non indispensabili.