Arrestato dai Carabinieri per omicidio e tentato omicidio.
Alle prime luci di ieri 27 novembre, in Girasole (NU), i Carabinieri della Compagnia di Lanusei hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Lanusei su richiesta della locale Procura della Repubblica, con applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di Fabbio Fois (nome di battesimo registrato all’anagrafe con doppia “b”), nato in Germania il 28 settembre 1964, residente in Girasole, pluripregiudicato, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio di Fabio Longoni, classe 1978, in vita residente a Villagrande Strisaili (NU) e del tentato omicidio di Daniele Angelo Conigiu, classe 1980, residente in Villagrande Strisaili.L’indagine, svolta attraverso attività tecnica, servizi di osservazione, pedinamento, ispezioni e perquisizioni, ha avuto inizio la mattina del 22 novembre 2017 allorquando il Conigiu telefonava al numero 112 riferendo che mentre si trovava ancora a bordo del suo veicolo in compagnia del Longoni, in loc. “Canale” di Villagrande S.li, venivano attinti da alcuni colpi di arma da fuoco.
L’interlocutore precisava che nell’avvicinarsi al proprio ovile un uomo travisato sbucava da un cespuglio per attingere il loro automezzo con colpi di arma da fuoco, pertanto, scesi dall’abitacolo i due iniziavano una frenetica fuga dividendosi.
Ritornato successivamente in quel luogo non trovava il suo amico né l’automezzo, aggiungendo, inoltre, di essersi ferito ad una gamba nelle fasi dell’aggressione.
Immediatamente venivano inviate tutte le pattuglie disponibili e il Longoni, poco dopo, veniva ritrovato senza vita nelle immediate vicinanze, nascosto all’interno di una sorta di passaggio tra i rovi distante circa 40 metri dal luogo dove erano stati esplosi i colpi d’arma da fuoco.
Il Conigiu, sentito in Ospedale ove era stato trasportato per le ferite riportate, riferiva di essere riuscito a sottrarsi alla potenza di fuoco dell’aggressore solo grazie ad un caso fortuito, riconducibile probabilmente all’inceppamento dell’arma che gli permetteva di guadagnare qualche metro e allontanarsi lungo la strada su cui si trovava il suo automezzo.
Nella stessa mattina del 22 novembre 2017 veniva rinvenuta l’autovettura Audi A3 di proprietà del Conigiu, abbandonata in agro di Lotzorai, in località “Fundeibba – San Tommaso, utilizzata dallo stesso aggressore per allontanarsi, e a pochi metri dal punto ove era parcheggiata, in un anfratto nella fitta vegetazione, i Carabinieri rinvenivano un fucile del tipo semiautomatico, cal. 12, marca Benelli, con matricola abrasa, completo di cinghia di trasporto.
Gli accertamenti svolti dagli investigatori, con evidenze investigative chiare e concordanti, hanno permesso di stabilire la responsabilità del Fois quale esecutore materiale.
Si ritiene che il movente sia da ricondurre al furto di due asinelli, di proprietà del Fois, che il Conigiu e il Longoni avevano sottratto, macellato e venduto, incuranti del fatto che appartenessero, come essi sapevano, a una persona nota per i suoi precedenti penali e dotata di grande carisma delinquenziale.
Al Fois, che abitava a poca distanza dalle stalle presso cui le vittime si recavano giornalmente per accudire gli animali, a seguito di una successiva perquisizione furono sequestrati capi d’abbigliamento del tutto simili a quelli usati durante la cruenta aggressione.
Omicidio e tentato omicidio
La fuga a bordo dell’autovettura della stessa persona offesa si spiega per il fatto che l’aggressore credeva di avere fallito il suo scopo di sopprimere le due vittime designate e doveva necessariamente allontanarsi in fretta dal luogo, non potendo escludere che riuscissero ad avvisare le forze di polizia con il proprio cellulare.
Da aggiungere inoltre che dalla testimonianza del Conigiu, l’autore dell’omicidio guidava con una certa agilità in retromarcia e una delle peculiarità del Fois è proprio quella di essere un abile conducente di auto.
Si è trattato certamente di una variante imprevista sul piano programmato: se infatti il duplice omicidio fosse stato portato a termine come previsto, l’aggressore avrebbe potuto allontanarsi a piedi con tutta calma, dato che il luogo è isolato e distante diversi chilometri da nuclei abitati. D’altronde, il fatto di mettersi alla guida dell’autovettura della vittima e abbandonarla in tutta fretta esponeva l’autore al rischio che nel veicolo medesimo potessero essere trovate tracce a lui riconducibili.
Tale preoccupazione si manifestava in modo evidente dopo che al Fois veniva notificato l’avviso dell’esecuzione degli accertamenti tecnici in forma garantita. Successivamente, infatti, a nulla sono valsi i tentativi dell’arrestato di sviare l’attenzione nei suoi confronti facendo anche circolare la voce che i due asinelli non gli erano stati rubati, ma si erano allontanati dal terreno ove erano custoditi senza essere più ritrovati.
Gli investigatori, infatti, oltre alle testimonianze acquisite, ai numerosi accertamenti espletati e al sequestro degli indumenti simili a quelli utilizzati al momento dell’agguato, sono riusciti anche ad ascoltare un dialogo in cui il Fois riferisce al suo interlocutore di avere sempre indossato i guanti e di non avere mai starnutito.