È destinato a far rumore l’articolo 104 della manovra che istituisce l’Istituto italiano di Cybersicurezza. Azione di Calenda: Conte si fermi.
E’ destinato a far rumore l’articolo 104 della manovra appena licenziata dal consiglio dei ministri. La norma istituisce l’Istituto italiano di Cybersicurezza, una Fondazione che presiede alla sicurezza informatica dello Stato e delle sue articolazioni.
Nella legge di bilancio si legge infatti che l’IIC “pianifica, elabora, sviluppa, promuove e supporta iniziative e progetti di innovazione tecnologica e programmi di ricerca riguardanti la sicurezza delle reti, dei sistemi e dei programmi informatici e dell’espletamento dei servizi informatici, in coerenza con la strategia nazionale di sicurezza cibernetica”.
Inoltre “supporta le istituzioni nazionali competenti nella materia della protezione cibernetica e della sicurezza informatica, promuove la consapevolezza dei rischi informatici presso le Istituzioni, le imprese e gli altri utenti di prodotti e servizi informatici”.
Per realizzare i suoi scopi, la Fondazione “instaura rapporti con omologhi enti e organismi in Italia e all’estero, stipula contratti, convenzioni, accordi o intese con soggetti pubblici e privati, promuove la costituzione di nuove società, associazioni o fondazioni, partecipa a società, associazioni o fondazioni esistenti, a strutture di ricerca, di alta formazione e di trasferimento tecnologico in Italia e all’estero, se tali soggetti svolgono attività comunque strumentali al perseguimento delle sue finalità”.
Il board dell’Istituto e’ composto da membri del governo e dei Servizi di informazione e sicurezza. “Sono membri fondatori – si legge nella manovra – il Presidente del Consiglio dei ministri, che per le attività attuative del presente articolo si avvale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, nonché i Ministri partecipanti al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR), il Ministro dell’università e della ricerca e, ove istituita, l’Autorità politica delegata per le funzioni nella materia delle tecnologie dell’informazione e dell’innovazione digitale.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, per il tramite del Segretariato generale, esercita la vigilanza amministrativa sulla Fondazione e, per il tramite del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, la vigilanza sulla corrispondenza dell’attività tecnico-operativa”.
Il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, si legge ancora, “assicura il più celere avvio delle attività della Fondazione. Con Dpcm, adottato su proposta del direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, sentito il CISR, sono nominati un commissario unico e un collegio dei revisori, e ne sono definiti i compiti.
Il commissario unico, fino all’approvazione dello statuto e all’entrata in funzione degli organi dallo stesso previsti, adotta con i poteri dell’organo monocratico ogni atto occorrente per assicurare la costituzione e il funzionamento delle strutture amministrative della Fondazione e gli atti necessari allo svolgimento” delle funzioni proprie della fondazione stessa.
Il patrimonio dell’IIC “è costituito da apporti dei membri fondatori ed è incrementato da ulteriori apporti dello Stato, nonché da risorse provenienti da soggetti pubblici e privati. Le attività, oltre che dai mezzi propri, possono essere finanziate da contributi di enti pubblici e di privati.
Alla Fondazione possono essere concessi in comodato beni immobili facenti parte del demanio e del patrimonio disponibile e indisponibile dello Stato”.
L’articolo, composto da 13 commi, occupa due pagine della legge di bilancio. In seno alla maggioranza, Pd e Italia Viva non sarebbero a favore della norma e nel Cdm di ieri ne avrebbero chiesto lo stralcio.
“Mentre l’emergenza sanitaria non accenna a diminuire il presidente del Consiglio continua a giocare allo 007“, attaccano Vincenzo Camporini, responsabile Sicurezza di Azione e Giulia Pastorella, responsabile Digitale del partito di Carlo Calenda che parlano di “un’ultima trovata del premier, quella di inserire la futura fondazione dell’Istituto italiano di cybersicurezza nella legge di Bilancio e di ricondurlo direttamente a se stesso attraverso la nomina di un commissario”.
Un’operazione che secondo il partito di Calenda “rasenta il delirio di onnipotenza e soprattutto ancora una volta rappresenta una marginalizzazione del Copasir che invece andrebbe coinvolto”.
Azione invita a non considerare “temi come quelli della sicurezza come di esclusiva competenza di un ‘uomo solo al comando’ soprattutto se, come corre voce, che la stessa maggioranza di governo non appare coesa con il Pd ostile all’ipotesi”.
“Se deve ‘favorire lo sviluppo della digitalizzazione del Paese, del sistema produttivo e delle pubbliche amministrazioni in una cornice di sicurezza’ a che cosa serve il ministero dello Sviluppo Economico e quello per l’Innovazione tecnologica e per la Digitalizzazione – dicono Camporini e Pastorella – così come in termini di governance della questione cyber, non si capisce come il nuovo Istituto non rischi di diventare un doppione di Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (o CISR)”.
TESTO NON ANCORA DEPOSITATO, ITALIA VIVA: VIA NORMA SU FONDAZIONE CYBERSECURITY
Via la norma sulla fondazione per la cybersicurezza dal testo della manovra. A chiederlo fonti di Italia viva, interpellate dalla Dire.
“E’ meglio posticipare la discussione di questa materia ad un altro momento. La legge di bilancio non e’ la sede giusta per discuterne“, ribadiscono dal partito fondato da Matteo Renzi, dopo che ieri in cdm si sono espresse in tal senso le ministre di Iv Teresa Bellanova e Elena Bonetti.
La manovra e’ ora attesa a Montecitorio, da dove prende il via la sessione di bilancio. Al momento il testo non e’ stato ancora depositato e fonti parlamentari spiegano che si prevede possa essere trasmesso tra stasera e domani. Nei giorni scorsi il presidente della Camera Roberto Fico aveva rinnovato l’invito al governo a fare in fretta.
Alfonso Raimo
Fonte: Agenzia Dire – www.dire.it