Shama (Libano). Venticinque tra medici, infermieri e personale amministrativo libanese hanno preso parte a un corso di “Stress management” organizzato dai “caschi blu” italiani inquadrati nella Forza delle Nazioni Unite schierata nel Libano meridionale (Unifil). Visto l’apprezzamento riscosso nella prima sessione tenutasi nella sede di Tiro, il corso è stato replicato nella localita’ di Al Bazuriyah, sede di “Amel”, associazione senza scopo di lucro che dal 1979 opera sul territorio con 24 centri e 6 unità mobili per offrire servizi medici e psico-sociali alle fasce più vulnerabili della societa’ libanese.
La collaborazione con il contingente italiano e, in particolare, con Italbatt, l’unita’ su base 3° reggimento bersaglieri della Brigata “Sassari”, ha permesso di fornire ai membri dell’associazione importanti nozioni in materia di gestione dello stress a livello individuale e di gruppo, un bagaglio di conoscenze e di strumenti utili a conoscere le cause e i possibili rimedi per prevenire e proteggersi dagli effetti negativi dello stress sul benessere fisico, psicologico e sociale, dovuti anche alle restrizioni del lockdown imposto dal governo libanese per limitare il diffondersi della malattia.
Lo psicologo del contingente italiano, relativamente allo stress correlato alla pandemia e agli effetti sulle emozioni, sui comportamenti, sulle relazioni sia in ambito domestico che lavorativo, ha spiegato come superare il momento di preoccupazione per il contagio e di incertezza sul futuro che sta vivendo la popolazione locale. Oltre all’assistenza alla popolazione, prosegue l’impegno dei “caschi blu” italiani per assicurare il monitoraggio della cessazione delle ostilità e il supporto alle forze armate libanesi, uno dei principali compiti assegnati al contingente italiano di Unifil nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.