La situazione odierna.
I contagi oggi sono a quota 37.809 contagi e 446 morti. La situazione necessita un’analisi più attenta. Il CNDDU chiede per l’ennesima volta che siano adeguati i protocolli relativi alla scuola. E questo soprattutto in relazione alle linee guida inerenti i soggetti asintomatici. Sulla scorta di indagini scientifiche infatti. Tra queste quelle condotte dal team del Children’s National Hospital di Washington e pubblicate sulla rivista di settore Jama Pediatrics lo studio (https://quifinanza.it/editoriali/video/coronavirus-bambini-contagio/411703/). Dai dati risulta pari la contagiosità degli asintomatici rispetto a chi ha già manifesti i sintomi.
I bambini.
I bambini in maniera particolare, fortunatamente poco toccati dalle conseguenze più estreme del virus, possono ospitare nel loro organismo il virus. E possono farlo per circa 21 giorni a prescindere dalla sintomatologia che molto spesso non si palesa. Eppure i docenti della scuola dell’infanzia e del primo ciclo hanno quotidianamente scambi con piccoli. Inoltre per loro non sempre è facile mantenere le misure di sicurezza.
Gli studi e le ricerche.
Una ricerca a cura dell’Asan Medical Center di Seul pubblicata sulla rivista Thorax (https://www.ilsole24ore.com/art/covid-19-asintomatici-hanno-stessa-carica-virale-chi-ha-sintomi-lievi-ADZthxq) dimostra come gli asintomatici veicolino spesso il virus a loro insaputa.
Gli autori della ricerca hanno segnalato che:
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“Considerando che la maggior parte degli individui asintomatici con infezione da Sars-CoV-2 probabilmente continui quindi a fare la vita di sempre (sfugge insomma all’isolamento), questi individui potrebbero avere un ruolo essenziale nella trasmissione del virus responsabile della Covid-19 e quindi nel perdurare della pandemia”.
Tali dati assumono una connotazione nefasta se si considera che è ormai ampiamente accertato che il Covid é un virus letale anche per soggetti privi di altre patologie. (https://www.mdpi.com/2077-0383/9/11/3459?fbclid=IwAR2_NqBupLml_cXDDei4av3ylUxJfmTYEP_09KBB_mkYvwpt0W-YVTUB-nw).
La vita dei bambini che vanno a scuola.
Nefasta ė l’immagine del fanciullo che si reca a scuola in un autobus dove non é necessario rispettare il distanziamento, per poi interagire con i compagni in aule prive della corretta aereazione. Nella più tipica delle situazioni italiane, all’uscita della scuola “trascorrerà il pomeriggio dai nonni”. D’altra parte, questa è la realtà italiana. Se i genitori lavorano, i figli stanno coi parenti prossimi e molto spesso coi nonni. Ma una tale situazione, passando per gesti semplici e amorevoli come dare la mano o un abbraccio, non può che avere un drammatico e inquietante risvolto.
La doverosità della didattica a distanza.
Oggi occorre potenziare e rendere più sicuri gli strumenti per la didattica a distanza, intervenire sugli edifici e, in particolare, sui sistemi di aereazione e purificazione dell’aria, ridurre la ratio alunni/docente, stabilire dei congedi per i genitori, favorendo lo smartworking. In altri termini, occorre già prepararsi per la terza ondata. I dati scientifici non lasciano spazio ad opinioni di mera opportunità politica. L’amministrazione non può disconoscere la portata dei risultati delle ricerche. Ad oggi luogo sicuro per i bambini, pare essere invece un detonatore, un agile veicolo per la diffusione di germi patogeni che, verosimilmente, produrranno il maggior danno nei confronti del personale scolastico o del familiare più fragile.
La tutela della salute pubblica.
Chiediamo al CTS e al ministero di monitorare gli asintomatici nelle scuole dell’infanzia e del primo ciclo per tutelare la salute pubblica. La DaD applicata alle scuole superiori e agli ultimi due anni della scuola media evidenzia come finalmente la criticità connessa alla mobilità / assembramenti scuola sia seria, quanto il problema non sia da trascurare. Tuttavia si persevera nel mantenere aperti i rimanenti istituti, sottovalutando la vita aggregativa dei bambini nelle famiglie e nei vari contesti sociali. Il contagio trasmesso da soggetti asintomatici molto spesso è difficile da tracciare e quindi nel caso in cui avvenga a scuola può passare molto tempo prima che se ne sia consapevoli; pertanto diventa praticamente impossibile dimostrarne l’addebito al luogo di lavoro o di studio, con grave detrimento per tutti gli altri soggetti coinvolti totalmente ignari.
É per questo, che appoggiamo le scelte – come quelle del Presidente della Regione Campania – finalizzate ad assicurare la massima tutela non solo degli alunni, ma anche dei docenti, delle famiglie e, soprattutto, dei soggetti fragili e ci auguriamo che altre regioni ne seguano l’esempio.
Vogliamo ricordare alcuni nostri colleghi che ultimamente sono deceduti per aver contratto il Covid 19: Paolo Spinoso, insegnante delle liceo Regina Margherita di Palermo; Castrese Castaldi, scuola Giancarlo Siani di Marano; Doriana Decimo, insegnante di Storia dell’Arte alla scuola media Silio Italico; Francesco Caterino, insegnate d’Arte all’Ic «De Nicola-Sasso» di Torre del Greco; Domenico Silvestri, vicepreside dell’Istituto per geometri Della Porta di Napoli. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai loro familiari.