“Quando racconterò”: fuori il singolo di Stefano Barotti
Dal 18 novembre in radio il singolo di Stefano Barotti “Quando racconterò”, primo estratto dall’album “Il grande temporale”. L’album, distribuito da “La Stanza Nascosta Records” di Salvatore Papotto, è disponibile anche in formato fisico, sia nella versione CD che in vinile.
Registrato tra l’Italia e gli Stati Uniti, “Il grande temporale” è estremamente ricco dal punto di vista della produzione e delle sonorità e annovera un cast musicale d’eccezione.
“Tra gli ospiti speciali (dagli Stati Uniti e non solo) – racconta il cantautore – Joe e Marc Pisapia, Jono Manson, Mark Clark, James Haggerty e John Egenes”.
Il brano “Quando racconterò” è accompagnato dal videoclip ufficiale, per la regia di Roberto Sturlese.
Le dichiarazioni
“Quando racconterò” spiega il cantautore toscano “è una canzone nata a Berlino, durante un viaggio senza data di ritorno. La partenza, il viaggio, una nuova pagina bianca dove scrivere giorni nuovi. Sentirsi cambiati spolverandosi gli occhi con nuove realtà visive. E poi la sensazione delle ali, del non tornare. Prendere le distanze dalle proprie impronte guardandole dall’alto, sentendosi quasi un alieno nella propria astronave.
Mettere insieme i propri errori e farne un materasso per le notti a venire. L’idea che qualcuno ci stia aspettando, ma non è chiaro se quel qualcuno lo ritroveremo nel passato o nel futuro.
“Quando racconterò” fluttua malinconica lungo un orizzonte crepuscolare, disegnato con sapienza dal sax soprano e dal clarinetto basso di Vittorio Alinari; le accordature aperte delle chitarre resofonica e acustica trasudano afflati di drakiano spleen”.
“Ho scritto la sceneggiatura di “Quando racconterò” – spiega il regista Roberto Sturlese – con l’intenzione di scivolare nella poetica del brano evitando un’interpretazione analitica del testo.
La storia di questa esistenza è scritta con le rughe sulle mani, tra presente e passato; mani creative e veloci in principio e poi lente e stanche. È una storia vista con gli occhi vergini della fantasia e con quelli disillusi della vita quotidiana che non si incontrano mai. Le linee temporali si alternano nel presente come la memoria del passato e la speranza nel futuro.
Ho scelto una location intima per le parti di Stefano e un taglio registico con brevi steadicam shot e carrellate leggere per dare, seppur in uno spazio ridotto, un movimento costante che, abbinato a una fotografia vellutata, si prefigge di accompagnare l’ascoltatore- attraverso un racconto garbato – all’interno di un brano straordinariamente profondo”.