“Le parole che Palazzotto riserva a me e dunque alla Fsp polizia in tema di identificativi per le forze dell’ordine suonano proprio come quelle del bue che dà del cornuto all’asino. Quello che il deputato fa finta di non capire è che la vera tutela per i membri delle forze dell’ordine passa per il riconoscimento, la condanna, la concretezza della pena per chi delinque aggredendole e il doveroso risarcimento del danno. La vera tutela per le forze dell’ordine sono telecamere sulle divise e norme molto più severe per chi aggredisce un operatore in divisa, lo offende, lo oltraggia. Perché Palazzotto deve sapere, quantomeno quale parlamentare, che non si possono in alcun caso mettere le mani addosso a un poliziotto né opporsi in alcun modo a una sua richiesta legittimamente espressa in servizio. In altri paesi gli identificativi esistono perché le forze dell’ordine sono ampiamente tutelate e se si tocca un agente si finisce in galera senza se e senza ma, e nemmeno in maniera poi tanto garbata come avviene in Italia. Noi accudiamo in questo paese 12.000 manifestazioni all’anno e i numerosi e seri problemi di violenze, aggressioni e veri atti di terrorismo di piazza non riguardano affatto la mancanza di numeretti da buoi che non abbiamo addosso e che incentiverebbero solo la calunnia organizzata e preordinata, ma piuttosto il fatto che ci vedono sempre soccombere come vittime. Ringraziamo Palazzotto per quella che riteniamo una finta considerazione che rispediamo al mittente, ma per sapere come si tutelano i poliziotti decisamente non serve il suo aiuto e non serve certo una marchiatura”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, replica a Erasmo Palazzotto che, a proposito della proposta di Leu di inserire gli identificativi per gli agenti ha detto fra l’altro: “Quello che il Segretario Generale Fsp Polizia fa finta di non capire è che il codice identificativo è uno strumento di tutela per i membri delle forze dell’ordine”.