«A dir poco drammatici, i dati del nostro ultimo report sulla situazione degli infermieri covid in Campania, nel pieno della riesplosione dell’emergenza Covid. Tristemente amaro si rivela il nostro nuovo viaggio, nelle ultime ore, in una realtà territoriale dove pochi, pochissimi parlano. Anche per noi è stato tremendamente difficile andare fino in fondo, scoperchiare il pentolone, ascoltare i colleghi che ogni giorno vivono una realtà lontana da qualunque logica umana e professionale, rischiando la vita in ogni momento».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ci descrive quanto emerge da una nuova indagine sindacale, ancora una volta difficile da condurre, finalizzata a far emergere una serie di verità allarmanti.
«A livello nazionale e locale riscontriamo che anche gli organi di stampa non riescono a raccontare fino in fondo quando sta accadendo in Campania. Questo perché agli occhi del Paese emergono realtà altrettanto in difficoltà come la Lombardia, dove è più facile per noi riuscire a convincere i nostri infermieri a parlare, ad esporsi, a descrivere gli aspetti ahimè disumani di organizzazioni sanitarie disastrose a livello territoriale, a fronte del costante aumento dei contagi.
In Campania non accade la stessa cosa. Gli infermieri non parlano, molte volte per paura di ritorsioni, altre volte, ed è questo l’aspetto forse più triste, perché amaramente abituati a convivere con la mediocrità e con il disagio», continua De Palma.
«Il nostro report che leggerete qui sotto, è purtroppo impietoso.
Nel caso del Covid Center di Boscotrecase, con 40 infermieri contagiati solo nell’ultima settimana, emerge la situazione di un ospedale convertito a Covid nella scorsa primavera.
Un ospedale vetusto, fin troppo, non in grado di reggere la trasformazione che non è stata affatto graduale.
Infermieri, ad esempio, che per una vita hanno lavorato in ortopedia, sbattuti loro malgrado nelle aree a rischio senza alcuna formazione integrativa e/o affiancamento, presupposti necessari in casi come quelli di infezioni da Covid 19, un agente biologico sino a ieri completamente sconosciuto alla scienza.
Chi doveva sostenere questa formazione se non quei datori di lavoro che ci mandano allo sbaraglio, ogni giorno, contro la morte?
E poi un esercito di precari, fino all’80 per cento degli infermieri Covid, solo nella provincia di Napoli, oggi non ha un contratto a tempo indeterminato», denuncia De Palma.
REPORT CAMPANIA SINDACATO NURSING UP AGGIORNATO AL 4 NOVEMBRE 2020
– 250 infermieri contagiati solo nella provincia di Napoli
di cui
– 120 al Cardarelli
– 40 al Boscotrecase Covid Center
– Il resto divisi tra Napoli 1: 50
– Napoli 2 : 45
– (20 infermieri contagiati nell’ultima settimana a Giugliano, Napoli 2)
– Fino all’ 80% personale infermieristico in aree covid è precario.
– In estate è mancata totalmente una formazione graduale del personale, sbattuto al fronte, la maggior parte provenienti da altri reparti e non abituata a vivere una emergenza di tale portata.
Infermieri che per anni hanno lavorato in ortopedia oggi si ritrovano in terapia intensiva.
– Pericolosa la trasformazione ad aree Covid , di ospedali vecchi e inadeguati .
– Abissale carenza di personale, legata ai profondi tagli del passato (vedi asl napoli 1).
– Posti in terapia intensiva che rischiano presto di essere riempiti a fronte dell’aumento dei ricoveri.