Questo ciò che, stando ai fatti, è emerso ieri a seguito della riunione della Commissione Pari Opportunità in occasione della quale alcune Consigliere hanno sollevato il caso della vergognosa vignetta ai danni dell’assessore algherese Giorgia Vaccaro, derisa e attaccata non per le sue azioni politiche ma bensì per la sua fisicità.
Di fronte a una tanto palese denigrazione della figura della donna, che non può essere equivocata, pareva naturale che la Commissione si esprimesse con atto formale di ferma condanna, manifestando quanto meno solidarietà e vicinanza.
Ma, purtroppo, così non è stato!
Tanto alcune consigliere quanto la stessa presidente hanno, infatti, etichettato l’accaduto come lecito diritto di satira, andando così a vanificare il senso stesso della commissione che dovrebbe denunciare simili episodi, a prescindere dall’appartenenza politica della donna colpita.
Come precisato dalle stesse consigliere promotrici dell’intervento, infatti, la satira politica e il diritto ad esercitarla è tutt’altra cosa. In questo caso si è trattato esclusivamente di vili e volgari attacchi alla persona, alla sua fisicità e non al suo operato amministrativo/istituzionale.
Mi preme far notare che questo episodio non deve essere letto in un ottica isolata, ma va inserito in un contesto ben più ampio affinché non passi mai il messaggio che le offese e le denigrazioni della persona siano accettate e tollerate se indirizzate a chi appartiene a un determinato schieramento politico.
Il sessismo e il di body shaming sono deplorevoli e biasimevoli sempre!
Questo il concetto che deve passare, questo ciò che ci attendiamo dalla Commissione pari opportunità!
Una commissione che, se vuole realmente incidere positivamente, dovrebbe essere in grado anche di entrare nel merito delle oggettive difficoltà delle donne nel farsi strada in ambienti, come la politica stessa, che nel passato sono stati prettamente maschili e che oggi meritano una rappresentanza femminile che non può essere sminuita da beceri attacchi puerili ad opera di chi è incapace di argomentare e mira solo ad e offendere.
Mi colpisce altresì il silenzio di azioni di associazioni, quali ad esempio “Coordinamento3”, sempre attive a tutela dei diritti delle donne questa volta stranamente disinteressate alla questione…
Non ci sto, non accetto l’ipocrisia di urlare allo scandalo solo in alcuni casi ignorando e sminuendo simili azioni in altri. La condanna deve essere ferma e uguale sempre o proseguiremo ad essere accerchiate da muri di omertà costruiti ad arte e a convenienza.
La commissione non deve avere colori politici, deve essere reale baluardo cui le donne si rivolgono per denunciare, mettere in evidenza e combattere atteggiamenti denigratori.
Troppo facile strombazzare diritti, se non si guarda per primo al diritto di dignità anche di chi la pensa diversamente…
Annalisa Mele, Consigliere Regionale Lega Salvini Sardegna