Confindustria Centro Nord Sardegna è partner del progetto, finanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg Italia Francia Marittimo, insieme alla capofila NAVIGO, alla Camera di Commercio di Nizza-Costa Azzurra, all’Azienda Speciale della Camera di Commercio “Riviere di Liguria” ea Velando Srl.
In questi giorni si è riunito online, sulla piattaforma Zoom, il primo tavolo tecnico, promosso in occasione della Fiera Internazionale Yare (Yachting Aftersales & Refit Experience) di Viareggio, evento internazionale dedicato all’industria della nautica che riunisce aziende, cantieri e comandanti in un distretto nautico unico al mondo. Quest’anno la fiera si tiene in videoconferenza per i noti motivi legati all’emergenza per il coronavirus.
Con il coordinamento di Giovanni Conoci, vicepresidente di Confindustria CNS e imprenditore del settore, gli stakeholders, pubblici e privati, sono stati coinvolti dai partner del progetto per confrontarsi e iniziare a individuare i settori specifici di collaborazione ei servizi da offrire, grazie ai quali il mercato del charter nautico si può sviluppare verso una sempre maggiore ecosostenibilità. «Per la Sardegna –ha spiegato Giovanni Conoci –, quello del charter è un modo diverso di vivere il maree del vivere la vacanza, che ha conosciuto un forte sviluppo negli ultimi anni ed ancora moltissimo potrebbe svilupparsi.
I protagonisti di questo settore della nautica da diporto sono certamente le società di charter, proprietarie di un certo numero di imbarcazioni.
La gestione complessiva avviene attraverso un sistema di management e accoglienza attivo 24 ore su 24».
Al tavolo tecnico, oltre ai rappresentanti dei soggetti istituzionali e privati partner di Navigo e Riviere di Liguria, sono intervenuti, per le realtà sarde, Augusto Navone, direttore dell’Area Marina Protetta di Tavolara, Carmine Sanna, direttore della Marina Porto Cervo, e Francesco Della Torre, imprenditore (Yachting in Sardinia). «Il charter nautico ha bisogno di una serie di risposte, dalle posizioni consentite per gli ancoraggi alla quantità di impronta carbonica – ha affermato Augusto Navone (AMP Tavolara) –. A Olbia la cantieristica da diporto nautico ha un impatto economico rilevante. Ecco allora che agli operatori del charter occorre garantire dei punti di riferimento. Pensiamo alla questione dei rifiuti. Le imprese che provvedono al ritiro dei rifiuti all’interno delle aree protette sono ancora molto poche».
Chiara la posizione anche di Carmine Sanna (Marina Porto Cervo): «Le Aree marine protette sono un anello importante, non vanno viste come un elemento ostativo. Sono insomma elementi di arricchimento e sviluppo diverso. Occorre allora una comunicazione chiara, veloce e semplice». Francesco Della Torre, imprenditore nel charter nautico, ha raccontato così in cosa consiste la fruizione turistica che può essere offerta: «Noi, in riferimento al charter nautico, abbiamo coniato insieme a Confindustria CNS un termine, quello di “albergo nautico diffuso”. Parliamo di un charter a locazione con imbarcazioni a vela di 10-20 metri. È un turismo sano, sostenibile ed ecologico, che permette di valorizzare ambiti costieri anche normalmente preclusi alle persone normali. Ecco perché possiamo diventare ambasciatori delle aree marine».
«Il charter, e il mare in generale, è visto come un bene libero e sicuro e questo ci dà la possibilità di sviluppare temi che vanno nella direzione dell’ecosostenibilità», ha aggiunto Pietro Angelini, direttore generale di Navigo. «Questo tavolo tecnico è il primo di una serie. L’obiettivo è arrivare a un piano che faccia da guida e la cui seconda parte è prevista nel 2021. Si punta a definire dei voucher per le imprese che ne faranno richiesta per migliorare i propri servizi», ha ricordato Michele Bertolacci, responsabile progettazione europea e cluster Navigo.
Giampiero Sammuri, presidente del Parco Area Marina Protetta – Parco Arcipelago della Toscana, e Patrizio Scarpellini, direttore dell’Ente Parco Nazionale 5 Terre (Liguria), sono intervenuti illustrando caratteristiche, tutele e attrattività delle rispettive aree marine.
Da sottolineare un aspetto rilevante e innovativo messo in evidenza da tutti i partecipanti all’incontro: aree marine, parchi e imprese parlano tra di loro e condividono lo stesso linguaggio. Una novità che potrà portare ottimi risultati e una crescita economica diffusa in tutte e quattro le regioni coinvolte.