Un numero imprecisato di visoni e 10 lavoratori di allevamenti per la produzione di pellicce sono stati trovati positivi al coronavirus in Grecia. Gli animali, alcuni deceduti in seguito all’infezione, sono allevati in due impianti a Kaloneri, nella Macedonia occidentale, mentre 10 lavoratori sono risultati positivi a Kastoria, in un territorio in cui sono situati circa 90 allevamenti di visoni.
Da aprile di quest’anno, casi di visoni infetti sono stati rilevati negli allevamenti in Olanda, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Italia.
L’organizzazione Essere Animali chiede al Governo un intervento urgente affinché l’Italia introduca al più presto un divieto di allevamento di animali da pelliccia. Nel nostro Paese sono attivi 8 allevamenti di visoni, le cui condizioni sono state più volte documentate dall’organizzazione con la diffusione di indagini scioccanti, che hanno mostrato animali rinchiusi in piccole gabbie, con ferite e comportamenti stereotipati e il momento della loro morte nelle camere a gas.
“Gli allevamenti di visoni sono pericolosi per la salute pubblica e crudeli per gli animali. Si tratta di luoghi in cui migliaia di animali selvatici vivono a stretto contatto, rinchiusi in minuscole scatole di rete metallica, le condizioni ideali per il proliferare di un virus. Ora negli allevamenti avvengono le uccisioni e fra alcuni mesi dovrebbe iniziare il nuovo ciclo di allevamento. Il silenzio del Governo è quindi surreale, devono impedire nuove riproduzioni e vietare subito gli allevamenti”, commenta Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali.
– La campagna Visoni Liberi
– Le fotografie delle indagini di Essere Animali che documentano le condizioni dei visoni allevati in Italia. Credit ‘Essere Animali’
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