La poetessa e scrittrice Katia Debora Melis, nata a Milano nel 1973, abita a Selargius e lavora a Cagliari. Laureata in lettere classiche e in Filosofia, già docente di ruolo nei Licei, dal 2009 lavora presso la Regione Autonoma della Sardegna. Oltre che scrittrice e poetessa, è anche recensionista, membro di giuria in vari concorsi nazionali, inoltre, collabora con portali web, associazioni e case editrici, pluripremiata in concorsi nazionali ed internazionali per racconti, poesie, disegni e fotografia.
Ha anche pubblicato numerosi libri Penombra (2007), Ripensando a Ernesto De Martino (2007), Oceano stretto (2008), Yggdrasil (2010), Solo ali di farfalla (2012), Poesie del sabato senza villaggio (2012), Passaggi minimi (2014), Dalla penombra nasce la poesia (2015), Figli di terracotta (2016), Non solo voce del mio canto (2017), Se non mi confonde il vento (2018).
Ed è bello poter pensare che la sua poesia possa dare un contributo ad una causa e ad aiutare chi è in difficoltà, in quanto una parte del ricavato della vendita della sua ultima opera, la silloge “Cuore di Mussola”, edito da Mario Vallone, con saggio di Nicola Rombolà e la copertina della fotografa Battistina Meloni, verrà donato per l’alluvione di Bitti. Il suo è un gesto che trasmette dei principi validi scaturiti dalla sua bontà e dal suo altruismo.
“Cuore di mussola – sottolinea Nicola Rombolà – è una decisa maturazione del viaggio esistenziale che Katia Debora Melis compie attraverso la poesia e svela la conquista di una matura consapevolezza delle molteplici risorse che il linguaggio poetico possiede (classico e moderno), e come gli strumenti letterari (linguistici, formali, retorici, semiotici e stilistici), nelle sue mani diventano docili come il metallo che il fabbro tempra dopo averlo reso incandescente. È un linguaggio capace di scavare e portare alla luce un discorso sul mondo, che si accompagna ad uno sulla Poesia”.
Per Katia Debora Melis, la poesia rinuncia a rappresentare la realtà, che per la sua complessità, non può essere spiegata con un linguaggio razionale. Solo la sensibilità di un animo poetico può spiegarne i significati occulti, nascosti e intuire le segrete corrispondenze che governano il mondo. La scrittrice riporta sulla terra la parola poetica, la lega ad un’istanza, non solo lirica ed estetica, ma anche etica sociale e politica. La sua è una poesia generata da una coscienza che non si arrende e che lotta; si fa interprete di un’epica di resistenza con il carico di dolore, di sogni, di desideri, di inganni, e il tradimento che ha dovuto patire su di sé il poeta e la poesia. “Non è poesia se dietro non c’è una cicatrice – anche di pura bellezza – anche se non è la tua”, è con questi suggestivi versi, che Katia Debora Melis chiude la sua silloge e fa emergere un forte messaggio che ridà significato alla bellezza della solidarietà etica e morale.
Giuseppina Carta