Bellezza e cosmesi nella storia: gli Anni ’50
Lasciata alle spalle la Seconda Guerra Mondiale, gli Anni ’50 inaugurarono una stagione di ripresa e di innovazione: si verificò, infatti, il boom economico in America e in Europa.
Questo periodo portò a nuovi stili di vita con standard più elevati e dediti all’uso di beni di consumo sempre più innovativi e ricercati.
Anche la figura femminile fu investita dalla modernità: i modelli adottati erano perfettamente in contrasto con lo stile austero del periodo bellico, a partire da nuove soluzioni per l’abbigliamento e il trucco.
Era in primis la donna stessa a sentire la necessità di apparire diversa rispetto ai tristi anni passati, stimolata soprattutto dagli standard di bellezza diffusi tramite i nuovi mezzi di comunicazione di massa, come la televisione, che pubblicizzavano un determinato tipo di icona da seguire.
Le dive di Hollywood entrano in tutte le case
La donna, dopo la guerra, tornò tra le mura di casa anche nella comunicazione di massa, diventando l’apologia della moglie e della madre perfetta. “Perfezione” era appunto la parola d’ordine e si applicava sia alla condotta che all’aspetto. Il modello ideale di donna da seguire divenne una figura versatile, che, da perfetta madre e casalinga all’interno delle mura domestiche, si trasformasse in musa sexy e provocante.
Negli Anni ’50, la donna aveva molto più tempo da dedicare a se stessa e alla cura personale rispetto al decennio passato e ad aumentare le sue esigenze di bellezza fu appunto la televisione: prima in America e poi in Italia, nacquero le prime vere icone di bellezza e, attraverso i programmi e gli spot pubblicitari, le dive di Hollywood entrarono in tutte le case (o meglio dei pochi fortunati che potevano permettersela!).
Spesso la televisione si comprava in collettività e si metteva a disposizione di tutti nei giardini e negli atri condominiali.
Il make up Anni ’50
In questo decennio, il make up subì una profonda rivoluzione, con una vera e propria esplosione di colore, stimolata specialmente dall’ottimismo post bellico.
L’imperativo categorico fu l’uniformità dell’incarnato, bianco d’inverno e dorato d’estate: Max Factor creò i nuovi pan-cake, correttori opachi per coprire rughe e imperfezioni della pelle, e le creme puff, basi coprenti in polvere. Per poter rispondere alle esigenze di più donne, nacquero delle linee di cosmetici a basso costo, grazie proprio al lavoro di Max Factor, dando avvio a un’epoca fiorente per il make up.
In questi anni, la vera sfida fu creare un trucco a lunga durata e antimacchia, facile e veloce da applicare, in modo che la “trasformazione” da casalinga a donna sexy divenisse immediata: in aggiunta al fondotinta coprente, si utilizzava un fard rosso brillante per illuminare il volto; verde e blu erano i colori più utilizzati per gli ombretti, sempre brillanti, e una linea abbastanza spessa di eyeliner nero, il tutto corredato da due passate di mascara sempre rigorosamente nero.
Le linee dell’eyeliner venivano disegnate per far apparire gli occhi più all’insù e per realizzare i tipici occhi da gatta, come faceva l’attrice Audrey Hepburn, famosa anche per utilizzare molto spesso le ciglia finte.
Ma il vero tocco che poi contraddistinse il periodo era dato dal rossetto, brillante e di colori audaci, principalmente rosso, che divenne di moda grazie all’icona Marilyn Monroe.
L’America divenne il fulcro dello stile, mentre l’Europa rivoluzionò la moda con le creazioni di Chanel e Dior. È di quegli anni, inoltre, il boom nel settore bellezza riscosso da Avon, che inaugurò la vendita porta-a-porta di cosmetici.
Altri segreti di bellezza
Nonostante le case cosmetiche produssero innumerevoli novità, tra cui le linee low cost, molte donne non potevano permettersi di acquistare tutto ciò che avrebbero voluto e spesso compravano un unico cosmetico che andasse incontro a più esigenze, come il rossetto utilizzato anche come fard e illuminante, oppure continuavano a utilizzare i rimedi “antichi”: per esempio lo shampoo all’uovo, che andava bene per tutti i tipi di capelli, e il sapone solido per tutta la famiglia.
Esisteva inoltre un oggetto meraviglioso (ma che farebbe distorcere il naso oggi per ovvie ragioni): “L’Enciclopedia della donna”, con una marea di consigli che spaziavano dalla bellezza a tutte le “problematiche” che una donna può avere nella sua esistenza: le soluzioni che proponeva erano semplici e alla portata di tutti, venivano dispensati consigli di bellezza e di bon ton.
Alcuni suggerimenti tipo: la donna, quando fumava, non avrebbe mai dovuto finire del tutto la sigaretta, avrebbe dovuto lasciarne metà. Avrebbe inoltre dovuto tenere sempre rigorosamente unite le gambe sia per salire che scendere dall’auto, nonché dentro la vettura.