Capezzoli (IdV) sulle Mafie in Toscana
Nel 2019, riguardo alle Mafie in Toscana, Domenico Capezzoli dell’IdV scriveva:
“Le principali mafie nazionali, i gruppi della ‘ndrangheta sono attualmente gli unici in grado di dimostrare di possedere le capacità organizzative e le risorse criminali necessarie per un possibile radicamento organizzativo nel territorio toscano, anche se attualmente solo tracce di singole problematiche. Il mimetismo ambientale così ottenuto diventa spesso un fine, non più un mezzo, della loro azione criminale. Si conferma la tendenza che i gruppi criminali che esercitano le loro attività illecite in Toscana tendono ad assumere un controllo funzionale, più che territoriale, del mercato e a specializzarsi in uno specifico settore penale (o legale), operando in più territori sul richiesta di beni e/o servizi illegali (o legali) presenti nel mercato regionale.
Sempre nella città di Livorno, a gennaio 2019, sono stati sequestrati 830 kg di droga, di cui 564 kg di infiorescenze di marijuana e 266 kg di hashish. Il mercato toscano continua a essere fortemente internazionalizzato, con organizzazioni straniere, come albanesi, che dimostrano di aver acquisito posizioni di mercato privilegiate nelle importazioni su larga scala dall’estero e nel commercio all’ingrosso in Toscana. Tra le innumerevoli operazioni realizzate nel 2019, la Toscana rappresenta una delle principali operazioni nell’ambito delle reti transnazionali di tratta promosse da gruppi di nazionalità albanese.
L’attività della circolazione stradale assume talvolta, anche in Toscana, meccanismi di controllo del territorio, come dimostrano alcune operazioni di polizia che hanno portato, in alcune occasioni, all’arresto di decine di trafficanti di droga, tutti della stessa nazionalità, principalmente di origine settentrionale.
Nel distretto tessile-abbigliamento pratese sono molto diffuse forme di grave sfruttamento lavorativo, in assenza di reclutamento illegale, contro manodopera cinese e sempre più, negli ultimi anni, migranti di varie nazionalità, spesso richiedenti asilo.
Tra le tendenze in atto più recenti vi sono la ricomparsa, nelle aziende di proprietà cinese, di lavoratori cinesi gravemente vulnerabili senza permesso di soggiorno.
Vi è un alto rischio di aumento dei casi di sfruttamento lavorativo nel settore turistico-ricettivo, ristorazione, assistenza e lavoro domestico, a seguito della crisi economica innescata dall’ emergenza pandemica.
Nel 2019 in Toscana, sulla rete fisica, si sono giocati complessivamente 4 miliardi e 867 milioni di euro.
L’attività contrattuale per la realizzazione di opere pubbliche, per l’acquisto di forniture e servizi, nelle amministrazioni locali, nei lavori stradali o in altri settori, anche sanitari, è un’area di particolare rischio. Due nuovi casi di corruzione interessano il settore sanitario, settore in cui anche negli anni precedenti era emersa un’elevata vulnerabilità a pratiche di corruzione, confermata dal gran numero di indagini, in cui metodi “originali” hanno visto la giornata per occultare indennità e remunerazioni indebite (ricerca di prestiti, sponsorizzazioni, finanziamento di eventi, convegni, associazioni, benefici personali).
Il rapporto approfondisce e amplia l’analisi svolta negli anni precedenti sulle linee in evoluzione dei fenomeni di corruzione e criminalità organizzata in Toscana per il 2019, e fornisce un seguito aggiornato del funzionamento delle principali misure pubbliche per prevenire e contrastare tali fenomeni.
Le principali tendenze di sviluppo e il repertorio di atti criminali praticati da questi gruppi vengono analizzati sia nei mercati illegali che nell’economia legale della zona e informati sui beni sequestrati nell’area. Nel 2019 non ci sono state prove giudiziarie di una radice organizzativa tradizionale delle condizioni del traffico del Paese in Toscana”.