Simbolo dell’impegno e del sacrificio di tutto il mondo della sanità per la cura delle persone colpite dalla pandemia, il nuovo personaggio del presepe 2020, realizzato da un laboratorio artigiano di arte presepiale, è frutto di un’iniziativa congiunta nata a livello nazionale grazie alla collaborazione tra Coldiretti e Confartigianato, sotto l’egida di Fondazione Symbola e del Manifesto di Assisi.
Domani verrà consegnato nella mani del Vescovo quale segno di riconoscenza verso tutti gli eroi del nostro tempo che lottano per sconfiggere la pandemia e a testimonianza del coraggio e dell’impegno concreto di oltre 4 milioni di artigiani, coltivatori e piccoli imprenditori per costruire la rinascita del tessuto produttivo della regione e dell’intero Paese.
“Come ha detto il Santo Padre – sostiene il Presidente di Coldiretti Nu-Og Leonardo Salis – l’emergenza sanitaria ci aiuti a ritrovare i valori autentici. Con la statuina dell’infermiera con la mascherina vogliano sottolineare il valore della solidarietà, della sobrietà, del prodigarsi per gli altri, del rispetto”.
“In questo inedito e singolare Natale – sottolineano Giuseppe Pireddu e Pietro Mazzette, Presidente e Segretario di Confartigianato Nuoro Ogliastra – vogliamo mettere al centro del Presepe i valori della solidarietà e della generosità testimoniati da tutti coloro che si battono per salvare la vita delle persone. Un riconoscimento a tutti gli eroi che lottano per sconfiggere la pandemia e a testimonianza del coraggio e dell’impegno concreto di tutti per costruire la rinascita del tessuto produttivo del nostro Paese”.
Coldiretti e Confartigianato, a livello nazionale, hanno voluto così avviare un’iniziativa pluriennale per valorizzare la tradizione del Presepe mettendo in evidenza i mestieri che aggiornano e attualizzano i personaggi del Presepe.
Per Coldiretti e Confartigianato, il Presepe è una tradizione molto italiana, la cui origine viene fatta risalire a quello realizzato da San Francesco nel Natale del 1223 a Greccio e che da allora si è sviluppato in tutte le aree del Paese per raccontare la devozione, ma anche la sofferenza, la gioia e l’impegno nel lavoro e in famiglia attraverso personaggi figli dell’ispirazione religiosa ma anche della modernità. Una tradizione favorita quest’anno dal maggior tempo trascorso a casa a causa delle limitazioni rese necessarie per combattere la pandemia che in molte famiglie ha riunito genitori e figli proprio nell’allestimento di presepi ed alberi di Natale. Una esperienza sostenuta dal Santo Padre che in Piazza San Pietro ha ricordato che proprio “in questi giorni anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi per la gioia dei bambini e anche dei grandi. Sono segni di speranza specialmente in questo tempo difficile”.