Sarà il Natale più anomalo della storia quello che andremo a festeggiare fra dieci giorni. Il Covid, oltre ad imporre rigide prescrizioni per contenerne la diffusione sta cambiando le abitudini degli italiani e costringendo anche a scelte sobrie per via della conseguente crisi economica.
Non sarà esente da questa rivoluzione l’agnello, simbolo del pranzo di Natale e delle festività natalizie. In questo periodo ogni anno si macella il 40% degli agnelli sardi destinati per il 75% ai banchetti italiani (10% di questi alle tavole dei sardi) e il 25% circa va oltre la Penisola, in Spagna.
Quest’anno si registra anche una crescita del 30% nel numero di agnelli macellati rispetto allo scorso anno: a novembre sono stati marchiati Igp di Sardegna (+42%), 85.600 mila agnelli rispetto ai 60.300 del novembre 2019 che avevano segnato un +10% rispetto al 2018. Dato che sale nei primi 8 giorni di dicembre: 75.536 rispetto ai 50.700 del 2019: +49%.
Cifre che si invertono se si parla di prezzo che quest anno sta camminando con una media di circa il 15% in meno rispetto al 2019. La media tra novembre e i primi giorni di dicembre è stata di 3,30 euro al kg (pagato al pastore a peso vivo) mentre lo scorso anno, nello stesso periodo, era stata di circa 3,90 euro/kg.
“Anche la campagna degli agnelli risente ovviamente come tutta l’economia della grave crisi dovuta al Covid – afferma il presidente del Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp (Contas) Battista Cualbu -.
In questa prima parte di annata che ci prepara al momento più importate della vendita degli agnelli, il prezzo al pastore è inferiore rispetto allo scorso anno e si avvicina a quello del 2018 quando gli agnelli macellati erano circa 20mila in meno”.
Con i dati degli acquisti a picco, per il mercato dell’agnello, nonostante tutte le incognite di quest’anno, c’è fiducia, visto anche tutto il lavoro svolto in questi anni grazie anche al Consorzio di tutela dell’agnello Igp che ha investito nella diversificazione dell’offerta: oggi si trova sezionato in piccoli tagli che valorizzano tutta la carcassa e con metodi di confezionamento, che nel rispetto della qualità, ne hanno allungato la shelf life.
“Abbiamo anticipato la crisi con scelte e progetti che vanno incontro alle nuove tendenze del mercato e in questo caso anche alle prescrizioni per contenere il Covid che vietano i grandi banchetti tradizionali proponendo tagli adatti a poche persone” ricorda il direttore del Contas Alessandro Mazzette.
“La storica crisi del Covid se da una parte ha provocato una emergenza sanitaria ed a cascata quella economica, dall’altra c’è molta più coscienza ed attenzione nella scelta del cibo prediligendo quello di qualità e di prossimità – afferma il presidente Battista Cualbu -. Anche a Pasqua siamo rimasti sorpresi positivamente dalle scelte dei consumatori.
Per questo invitiamo tutti i sardi e gli italiani a non rinunciare all’agnello per le festività natalizie, e scegliere quello marchiato Igp di Sardegna che garantisce qualità e origine del prodotto, oltre ad avere un ritorno diretto in chiave economica sul territorio”.