Digital Europe 2021/2027
“È fondamentale riuscire a far sì che le innovazioni che stiamo attuando nella pubblica amministrazione, sul fronte del processo di digitalizzazione, riescano a camminare sulle gambe delle persone che ogni giorno operano all’interno della PA”.
Così il Ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, intervenendo con un video-messaggio nell’ambito dell’evento online promosso dall’Associazione Italian Digital Revolution e dedicato alle misure stabilite nel programma Digital Europe 2021/2027.
“In quest’ottica – ha sostenuto Dadone – sarà basilare continuare nel solco del progetto di alfabetizzazione digitale del personale già presente, con interventi mirati volti a ottimizzare l’uso delle tecnologie e focalizzare l’attenzione sulle nuove competenze digitali nella selezione delle figure professionali di cui si dovrà dotare il comparto”.
Al centro dell’evento online (link) promosso da AIDR e patrocinato dalla Commissione Europea della rappresentanza in Italia, strumenti e metodologie di attuazione delle misure stabile nel programma Digital Europe 2021-2027.
“Ad oggi – ha sottolineato Alessandro Capezzuoli, socio AIDR e funzionario Istat – sul tema delle competenze e della costruzione dei profili professionali del settore IT, il modello europeo Ecf fornisce un quadro di riferimento importante sul fronte del fabbisogno delle abilità specifiche richieste e della formazione. Più difficile è misurare le competenze digitali di base”.
“La PA ha il dovere di sviluppare le competenze digitali però, allo stesso tempo, è anche responsabile della cultura digitale di tutti i cittadini – ha evidenziato nel suo intervento Arturo Siniscalchi, Vicepresidente AIDR e Vicedirettore Generale vicario FormezPA. – Per superare il gap esistente, Formez ha avviato un progetto che mira a una maggiore completezza e disponibilità dei contenuti per lo sviluppo delle compete digitali di base”.
“Il Digital Europe 2021/2027 mira in primis a superare le numerose asimmetrie presenti tra gli Stati Membri e all’Interno di ciascun Stato Membro. In quest’ottica – ha sostenuto Michele Camisasca, Direttore Generale Istat – bisogna guardare ai 5 pilastri che formano il programma europeo. Oltre il 95% delle imprese italiane con più di dieci addetti, secondo le rilevazioni Istat, utilizza il sistema a banda larga, eppure, se si sposta lo sguardo sull’utilizzo delle tecnologie da parte di ogni singolo addetto, i numeri sono destinati a diminuire drasticamente, segno evidente che il percorso della digitalizzazione è solo all’inizio”.
“La pandemia – ha proseguito Manuela Conte, Capo Ufficio stampa Commissione Europea per la Rappresentanza in Italia – ha accelerato il processo di digitalizzazione in tutti gli Stati Membri. Certo, però, il modo con cui ogni Stato Membro è riuscito a rispondere ai fabbisogni e rendere realmente operative le opportunità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie stato differente, molto hanno inciso le esperienze maturate prima della pandemia. Oggi, come Paese Italia, dobbiamo essere in grado di saper cogliere appieno le opportunità contenute nel Programma Digital Europe 2021/2027”.
“Se risposta alla profonda crisi che ha interessato tutti i settori in questi mesi c’è stata – ha concluso il Presidente di Aidr Mauro Nicastri -, questa ha avuto un comun denominatore: la digitalizzazione. Lavoro, sanità, scuola, giustizia, commercio, tutti i comparti hanno trovato nel digitale un nuovo modo di essere presenti e rispondere alle esigenze del cittadino e delle imprese. Ora l’Europa traccia il cammino da intraprendere per i prossimi anni. Bisogna però tenere sempre presente che oltre alla costruzione, pur indispensabile di percorsi mirati alla formazione di competenze specifiche, sulle quali l’associazione Italian Digital Revolution, insieme agli enti di ricerca e università, si sta interessando da anni, bisogna ampliare le conoscenze di base. L’alfabetizzazione digitale è quanto mai prioritaria.