E’ il commento del Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera in riferimento alla definitiva firma dell’accordo finanziario tra Invitalia e Arcelor Mittal.
“È impensabile sottoscrivere un accordo che prevede 5.000 lavoratori in esubero, che messi in cassa integrazione, e che entro fine piano 2025 potrebbero rientrare. Oltre ai 3.000 dipendenti da subito, si aggiungerebbero i circa 1.700 dipendenti in amministrazione straordinaria, che nel piano industriale del settembre 2018 sottoscritto con le attuali parti governo e Arcelor Mittal, sarebbero dovuti rientrare tutti entro il 2023. Ricordiamo che i lavoratori in Ilva in A.S. a tutti gli effetti sono parte integrante del perimetro ex Ilva. È impensabile sostenere un accordo che non dia una integrazione al reddito, come si sta facendo in questo ultimo anno con lavoratori che percepiscono un reddito da miseria collocati in cassa integrazione.
E non si può tantomeno sorvolare sull’altro nodo per l’Ugl non dì poco conto, ossia l’aspetto ambientale. Fino ad oggi non si è fatto assolutamente nulla per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente dei cittadini del territorio Tarantino che da troppi anni aspettano risposte concrete. Nessuna traccia anche sul capitolo delle manutenzioni degli impianti, completamente fermo, con rischi per la sicurezza di tutti dove da tanto e troppo tempo si è denunciato.
Per l’Ugl Metalmeccanici – conclude Spera – c’è bisogno che la dirigenza di Arcelor Mittal e Governo avviino un confronto serio e costruttivo con le organizzazioni sindacali, soprattutto rispettando gli accordi che in questo Paese da un po’ di tempo a questa parte sono diventati carta straccia: ci auguriamo che nell’intesa tra le parti siano previste delle penali importanti che Arcelor Mittal dovrà tenere conto per il rispetto dei lavoratori e dei cittadini del nostro paese”.