Ci abbiamo provato in ogni modo, con tutte le nostre forze, a non fare saltare la 21^ edizione del Festival dei Tacchi.
E ci siamo riusciti, così il 4 agosto abbiamo dato il via a una delle migliori edizioni del Festival. Lo dovevamo fare per noi, per il mondo del teatro, per la comunità di Jerzu, per la Sardegna, per l’Italia intera.
Dopo mesi di lockdown, di anestetizzazione sociale, ci sembrava giusto, corretto, importante. Ci sentivamo obbligati a reagire, nonostante le restrizioni, le difficoltà, l’aumento dei costi; nella convinzione che saremmo stati sostenuti non solo dal Comune di Jerzu, ma anche (come in tutti questi anni) dall’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna ma purtroppo così non è stato.
Sì doveva ripartire e noi l’abbiamo fatto convinti. Nella certezza, rivelatasi purtroppo illusoria, che la politica ci avrebbe seguito, invece…
Nella “Roulette russa” dei finanziamenti regionali il Festival dei Tacchi, così come tanti altri storici festival, è stato escluso.
Un’altra botta, per un settore tra i più penalizzati e che giorno dopo giorno vede dissolversi dinanzi a sé ogni prospettiva.
Ma nonostante questo l’Amor mio non muore.