Dunque, nella giornata di domani il Festival Macchiori entra a scuola, tra i giovani, e precisamente all’Istituto superiore Einaudi di Senorbì, per una riflessione collettiva e un dibattito quanto mai sentito e attuale.
L’appuntamento con gli studenti è previsto per le 10. Ci sarà anche l’Associazione COMIP: Children of Mentally Parents – Associazione di Promozione Sociale che nasce da e per i figli di genitori con un disturbo psichiatrico. L’obiettivo è quello di essere sempre meno invisibili e ricevere un sostegno. Sarà a loro cura la presentazione del libro “Quando mamma e papà hanno qualcosa che non va”, di Stefania Buoni, presidente dell’associazione.
Il COMIP da tempo si impegna nell’informare e nel sensibilizzare le persone sull’argomento.
“Per quanto concerne il mondo della scuola, anche quest’anno i docenti Andrea Ortu, Dorotea Mascia, Isaura Piredda, Omar Squintu, Adriana Mandis, Maria Luisa Argiolas, Sandra Collu, Tiziana Castelli, Claudia Lancioni, Maria Regina Marroccu, Maurizio Serra, e il Dirigente Scolastico Marco Saba – ha detto l’assessora all’Inclusione Sociale Consuelo Palmas – hanno accolto con entusiasmo la proposta di aderire a Macchiori. Già l’anno scorso l’istituto aveva ospitato Carlo Miccio con “La trappola del fuorigioco”. L’incontro, dedicato alle classi terze e quarte sarà moderato da Alessandro Montisci, direttore per tanti anni del Centro di Salute Mentale di Sanluri e Presidente dell’associazione Culturalmente.
Tra gli ospiti ci sarà anche Gisella Trincas, Presidente dell’associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica e dell’Unione Nazionale delle associazioni per la salute mentale. Anche la scuola è una comunità, all’interno di una comunità, e così il suo ruolo diventa centrale e fondamentale in questo progetto: studenti e studentesse infatti lavoreranno alla recensione del libro e faranno una restituzione alla comunità. Sarà una esperienza molto formativa”.
Bruno Venturi, direttore artistico del Festival. “I ragazzi sono stati coinvolti in vario modo e in varie forme, con compiti diversi. Un gruppo di giovanissimi per esempio è stato incaricato delle riprese, e infine della regia e della realizzazione del video promo del Festival. Hanno passato giornate intere insieme a lavorare in giro per il paese di Guasila, e poi hanno collaborato tutti insieme alla realizzazione del video che potete tutti guardare nella pagina FB del Fesival. Io credo che sia un lavoro davvero bellissimo e siano stati bravissimi. Ma questo è davvero marginale rispetto alla disponibilità d’animo che hanno dimostrato in questi due giorni nei quali hanno davvero lavorato alacremente, rispecchiando quel senso di comunità e solidarietà che era proprio ciò che desideravamo accadesse. Senza retorica, voglio dire che chi si impegna in una missione culturale e di condivisione civile, tutto puoi inizia a muoversi in maniera giusta ed evidente”.