La data della giornata celebrativa è stata scelta per ricordare la proclamazione, da parte dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR), il 10 dicembre 1948. Quest’ultima è il documento fondamentale che proclama i diritti inalienabili a cui tutti hanno diritto in quanto esseri umani, indipendentemente da razza, colore, religione, sesso, lingua, opinione politica. Disponibile in più di 500 lingue, è il documento più tradotto al mondo. Perché tratta l’argomento più vecchio del mondo…
L’idea dei Diritti Umani risale a tempi antichi, ma il concetto moderno emerse soltanto dopo la seconda Guerra Mondiale. Quest’ultima aveva coinvolto gran parte degli stati dal 1939 al 1945 . Verso la sua fine le città di tutta l’Europa e dell’Asia si erano ridotte a cumuli di macerie. E gli uomini si erano ridotti a macerie umane.
L’Umanità aveva urgente bisogno di scrollarsi di dosso gli errori e gli orrori commessi durante il conflitto mondiale, il quale con il genocidio degli ebrei aveva idolatrato e inneggiato la Morte e disprezzato e negato la Vita. Bisognava riaffermare, e quanto prima, i valori dell’Umanità tradita e offesa.
Ecco, quindi, che la necessità, l’urgenza e il bisogno di ritrovare quell’Umanità smarrita durante le due guerre mondiali si radicarono nei valori universali che sono alla base della Dichiarazione.
Solo l’uguaglianza, la giustizia e la libertà avrebbero potuto impedire nuove violenze e nuovi pericoli per il genere umano. I 50 Stati che impugnarono la Carta Universale dei Diritti Umani speravano davvero di iniziare a percorrere la strada del cambiamento, alla fine della quale vi sarebbe stato solo il rispetto per gli uomini, per tutti gli uomini.
Sono passati 72 anni da quella data storica e in molte zone del mondo questo nobile documento ancora non viene considerato, ancora non trova applicazione concreta, ancora è inascoltato. I valori universali non riescono ad attecchire, universalmente, in tutte le regioni del mondo. Sono ancora tanti i Paesi in cui sono assenti libertà civili e Diritti Umani, e sono invece all’ordine del giorno le più gravi violazioni dell’uomo che vanno da attacchi di gas mortali alla tratta di esseri umani, dallo sfruttamento dei bambini soldato alle mutazioni genitali.
Inoltre, la mancanza di conoscenza e istruzione non permette di conoscere i propri diritti. Pochi comprendono questi ultimi e ancora meno sono coloro che sanno esercitarli.
Cosa può fare quella parte di mondo che conosce la bellezza e la potenza dei Diritti Umani? Cosa possiamo fare per dar voce a chi non ha voce? Ogni anno ci poniamo le stesse domande.
E ogni anno troviamo le risposte nel significato di questa giornata che non nasce e non muore il 10 dicembre. Perché chi crede nei Diritti Umani, crede nella quotidianità e nella costanza di tali diritti, crede che l’indignazione di fronte ai soprusi e alle violenze non abbiano una data in cui esplodere, ma abbiano invece un luogo della coscienza in cui farsi sentire. Sempre.
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2020 sarà una giornata diversa rispetto agli anni passati, perché l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha solo aggravato ancor più la condizione precaria, in termini di violazioni di Diritti Umani, in cui versa una parte del mondo. Ma noi non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo fare ancora più rumore, ma un rumore bellissimo e costruttivo in cui poterci riconoscere TUTTI UGUALI, TUTTI UMANI.
Il primo rumore che mi viene in mente è un suono, in verità, quello delle campane. In Umbria, il Gruppo Campanari di Arrone promuove l’iniziativa “Suoniamo campanili d’Italia e Europa per sostenere i Diritti Umani”. Negli anni il numero dei campanili che hanno aderito sono sempre stati in numero maggiore annoverando fra i partecipanti, campanili simbolicamente importanti come quello di Assisi. La città di Salerno, invece, il suo rumore lo fa con la “Maratona dei Diritti”, i canali social promuoveranno, grazie ad ospiti di rilievo, tematiche importanti come i diritti delle donne, l’accoglienza, le libertà civili e il diritto alla conoscenza.
L’Università per i Diritti Umani di Padova in linea con l’ONU –“Stand Up for Human Right”- In piedi per i Diritti Umani– dedica la giornata celebrativa a tematiche come le pari opportunità per tutti, il contrasto alle disuguaglianze, l’esclusione e la discriminazione. Il nostro Paese c’è. Da nord a sud. Con la spiritualità che si leva dai campanili, nelle metropoli del sud, nei luoghi del sapere come le nostre prestigiose università.
Il CNDDU, a poche ore dal 10 dicembre, invita la scuola italiana a supportare l’ONU, le istituzioni e le associazioni umanitarie, attraverso un’opera di sensibilizzazione che miri a far conoscere agli alunni l’alto contenuto dei 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
A Tal proposito suggeriamo di presentare agli studenti personaggi del passato e del presente che hanno cambiato la storia del mondo. Consigliamo, nello specifico, il video degli Storytellers for Peace, Narratori per la Pace. Nove narratori provenienti da tutto il mondo raccontano le loro storie sui Diritti Umani. Si tratta di una rete internazionale, Made in Italy, nata nel 2016 per divulgare ideali di pace, giustizia, uguaglianza e Diritti Umani.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani da 72 anni, grazie all’impegno degli Stati nei confronti dei suoi principi, difende la dignità di milioni di persone. Siamo certamente ancora lontani dal traguardo prefissato in origine, ma i Diritti Umani hanno superato la prova del tempo perché testimoniano ogni giorno l’universalità duratura dei suoi valori perenni di uguaglianza, giustizia e dignità umana.
E la scuola italiana deve continuare a difendere la dignità civile, e deve essere, per i giovani e la società tutta, la portavoce più importante dei valori dell’Umanità.
L’hashtag del 10 dicembre è #IOTIDIFENDO