Il 10 dicembre è la Giornata mondiale dei diritti umani
Il 10 dicembre è la Giornata mondiale dei diritti umani, data scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani che ha avuto luogo nel 1948.
Tale patto internazionale sui diritti civili e politici recita l’imprescindibilità del riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti uguali e inalienabili a fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; diritti, questi, che derivano dalla dignità dovuta appunto alla persona umana.
In conformità alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo l’ideale è dunque dell’essere umano libero, che gode delle libertà civili e politiche e della libertà dal timore e dalla miseria, conseguibili soltanto se vengono create condizioni che permettano a ognuno di godere ovvero dei propri diritti civili e politici, nonché dei propri diritti economici, sociali e cultuali. Ma questi diritti vengono rispettati davvero, ovunque?
L’intervista a Patrizia Stefani
Abbiamo deciso di interpellare al proposito la nota e impegnata gallerista Patrizia Stefani, della Patty’s Art Gallery, che da sempre ha un occhio attento e di riguardo, in primis ora dando spazio all’eterogeneità di voci nella sua nuova vetrina online www.pattys.it, alla tutela dei quattro fondamentali pilastri della Dudu:
- dignità per proteggere i valori condivisi da tutti gli individui indipendentemente dalle differenze di religione, etnia o sesso;
- libertà in riferimento ai diritti legati alla libertà individuale e alla sicurezza personale;
- uguaglianza intesa a garantire la partecipazione politica e pubblica di ogni essere umano;
- fratellanza riferita proprio ai già citati diritti economici, sociali e culturali individuati nella sopraccitata Dichiarazione universale dei diritti umani.
A seguire l’intervista.
D. Patrizia, il 10 dicembre è la Giornata mondiale dei diritti umani. Tu pensi che siano concretamente rispettati nella quotidianità e in tutto il mondo?
R. Io penso che tutti gli esseri umani abbiano il dovere e debbano anche godere della possibilità di farsi valere nei propri diritti, per ciò che si è e per ciò che si desidera essere e fare, ma poi non è sempre così e anzi, talvolta, si assiste addirittura a situazioni scottanti in cui vige l’omofobia, v’è razzismo e, di conseguenza, purtroppo la giustizia viene meno perciò a malincuore debbo rispondere: “No, troppo spesso i diritti umani, persino quello di professare la propria religione, non sono rispettati e questo sia in piccoli contesti quotidiani che a più largo raggio”.
D. Quando si parla di diritti umani, quali ti vengono immediatamente in mente perché fondamentali e imprescindibili per te?
“Il diritto alla libertà di autodeterminazione e d’espressione, per me, sono fondamentali. Qualsiasi forma di chiusura verso una persona non la concepisco minimamente… Per riprendere il discorso di prima, ecco cioè che non mi capacito per nulla dell’omofobia e non comprendo affatto come ci si possa scagliare verso un’altra creatura per una diversità, rispetto ai propri, di gusti sessuali. Riferendoci invece alla religione parimenti sono dell’avviso che tutti siano tenuti a rispettare e debbano far rispettare il personale credo e le proprie tradizioni. Io, per dirne soltanto una, mi sono davvero sentita usurpare della libertà quando in Italia è stato tolto il crocifisso dalle aule scolastiche”.
D. Quali diritti ritieni siano da rafforzare, quali cioè dal tuo punto di vista sono ancora troppo trascurati e inibiti nella vita di tutti i giorni?
R. Sarò forse poco originale, ma mi viene spontaneo far sentire la mia voce contro il razzismo. Siamo nel 2020, eppure ancora oggi è estremamente forte la tendenza, psicologica e politica, al sentimento d’una presunta superiorità di una razza sulle altre o su di alcune in particolare, tant’è che determinate discriminazioni sociali e addirittura violenze sono quasi all’ordine del giorno nel nostro Paese – e con razzismo non intendo solamente una ghettizzazione unilaterale, bensì a doppio senso, ossia persino una mancata integrazione degli immigrati nel contesto che li (vorrebbe) accoglie(re). Non so se questo volersi sovente isolare sia una forma di difesa oppure una sorta di delirio d’onnipotenza, fatto sta che è una realtà evidente nientemeno che già tra i banchi delle scuole elementari.
D. Se dico “Dichiarazione universale dei diritti umani” quali artisti della Patty’s Art Gallery ti vengono subito in mente?
R. Questa è la mia domanda preferita! Gli artisti che mi vengono immediatamente in mente quando si parla dei diritti umani sono senza dubbio il grande, forte e prorompente Norberto Civardi che, con la sua straordinaria e originale serie degli “Impostori”, affronta temi assai caldi, tra cui la corruzione e l’abuso sessuale; Daniele Cazzola, anch’egli genio concettuale parecchio incentrato sull’urgente e spinosa tematica dei problemi legati all’arrogante e stolta società contemporanea di cui ne è evidenza soprattutto l’opera “Ecce homo”, dove l’artista condanna la stupidità umana che conduce ad azioni che portano a regredire, ripetendo instancabili di continuo i medesimi errori.
Impossibile, poi, non citare Francesco Fazio che, con le sue sculture create sullo studio di proporzioni ed equilibri, affronta e realizza veri capolavori quali “Libertà violata”; e inoltre la fotografa d’arte-reporter Giulia Quaranta Provenzano che non di rado pone il focus su argomenti controversi quanto di bruciante attualità, sviluppando questioni urgenti quali l’abuso sessuale e i maltrattamenti fisici e psicologici sulle donne al fine di invitare alla riflessione, alla presa di coscienza e più ancora alla denuncia, sollecitati da tele d’enorme impatto che ritraggono scene di vita passata e presente con Barbie con bruciature e lividi oppure altresì per mezzo dell’opera “Iesus” ,“La Signora”, “Nel gioco della vita” sempre legate alla questione della vera libertà di pensiero e d’espressione.
D. Qual è un messaggio che vorresti trasmettere oggi, ma valevole senza scadenza alcuna?
R. Il messaggio che senza dubbio vorrei riuscire a trasmettere è di liberarci dalle catene, specialmente da quelle mentali. Essere liberi non è solo una datità quanto una convinzione, un’affettività dell’emozionale vita interiore. L’augurio è per tutti noi di giungere alla consapevolezza che nessuno è per l’appunto nato per la prigionia ed è dunque nostro dovere farci rispettare sempre nei personali e inalienabili diritti umani.