Vanali ha perciò selezionato 23 autori tra illustratori, grafici, street artists e tatuatori con un diverso background di appartenenza per un taglio trasversale del progetto.
Nell’attesa dunque di poter invitare il pubblico a visionare la mostra in presenza, dalla settimana di Natale la proposta si diversifica. Una serie di approfondimenti video, da parte degli autori, sono visibili sulle pagine social della Galleria e della Fondazione Giuseppe Siotto.
Artisti in mostra:
- Ermenegildo Atzori,
- Piercarlo Carella,
- Laura Congiu,
- Andrea Casciu,
- Veronica Chessa,
- Enea,
- Matteo Freom,
- Ilaria Gorgoni,
- La Fille Bertha,
- Agnese Leone,
- Elisabetta Lo Greco,
- Gianluca Marras,
- Giulia Masia,
- Alessio Massidda,
- Maura Nutricato,
- Mario Onnis,
- Claudia Piras,
- Daniele Serra,
- Giulia Sollai,
- Skan,
- Kiki Skipi,
- Daniela Spoto,
- Marco Tanca.
I versi del sommo poeta.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / che la diritta via era smarrita“. Sono i versi più celebri al mondo. Aprono il primo Canto della Divina Commedia, il Poema per eccellenza del Sommo Poeta. Opera quindi tra le più complesse di tutta la storia della letteratura, con diversi livelli di interpretazione dove si fondono fonti bibliche e miti pagani, tra intricate simbologie e metafore. Un immenso patrimonio della cultura medievale a contenuto storico, politico, religioso, linguistico, sociale e filosofico.
Il parallelismo con i giorni nostri.
Un visionario viaggio nel dolore come espiazione per la salvezza del destino umano.
Di certo particolarmente attuale per l’epoca drammatica che l’umanità sta vivendo in questo frangente. Senza alcun dubbio confacente ad una trasposizione in chiave illustrativa.
Opera universale, fondamento della cultura italiana, è quindi un viaggio allegorico che rappresenta la storia dell’umanità e che nella Cantica dell’Inferno affronta il dramma dell’esistenza e del fine vita. Regno della dannazione e del destino al quale inevitabilmente non si può sfuggire.
Le molteplici ispirazioni.
Un viaggio dell’anima nei meandri oscuri del peccato e della colpa attraverso orribili trasfigurazioni tra macabro e sublime. Esempio perciò di condotta per il cristiano che ambisce al Paradiso, le sue visioni hanno influenzato artisti di ogni genere nel corso dei secoli. Tra questi Sandro Botticelli, William Blake, Gustav Dorè, Salvador Dalì e Rauschenberg.
L’intero immaginario del fantastico, dell’horror e del fantasy è debitore al sommo poeta e a tutta l’iconografia medievale. A partire dalle decorazioni scultoree di chiese e cattedrali, fino ai bestiari medievali.
Immaginario riconducibile anche a tutti i generi letterari, restituito con un linguaggio metaforico. Si accentua quindi quel profondo alone di mistero di quel regno oscuro delle tenebre. In esso demoni e mostri infernali sono trasfigurati fino al limite del grottesco. I dannati assumono terrificanti e umilianti fattezze.
Inferno, I, 1-9.
“Per me si va ne la città dolente,
/ Per me si va ne l’etterno dolore,
Per me si va tra la perduta gente.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
Fecemi la Divina Potestate,
la Somma Sapienza e ‘l Primo Amore.
Dinanzi a me non fuor cose create
Se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate.”
Questi nove versi compaiono sulla porta del Regno dell’Oltretomba come monito per le anime che ne entrano a far parte.
L’interpretazione dei canti da parte degli autori.
A partire da questo punto gli autori sono quindi stati invitati a dare la loro interpretazione di uno dei Canti oppure di un episodio tratto da uno di essi.
Impresa ambiziosa quanto stimolante e coinvolgente. A questa hanno dunque risposto egregiamente con linguaggi eterogenei. Dal realistico fino alla restituzione in chiave pop, fantasy e fumettistica. Mediante il sapiente utilizzo delle diverse tecniche come acquerelli, inchiostri, grafite, matite colorate e digitale.
L’evento è realizzato grazie al contributo della Direzione Generale degli Istituti Culturali del MiBACT, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Servizio Cultura del Comune di Cagliari.