Da quel tempo è passata parecchia acqua sotto i ponti.
La società Baia S. Anna s.p.a., dopo varie vicissitudini, fallì e subentrarono la Lasa s.r.l. e, soprattutto, l’emiliana Larus s.r.l.
Il piano di lottizzazione (36 ville, ristorante – centro commerciale, residence, servizi su area comparto di 180.579 metri quadri) non vide completate le previste opere di urbanizzazione primaria (viabilità, depurazione, reti idriche ed elettriche, ecc.) entro la scadenza della convenzione, pur prorogata al 2003, così come confermato nel 2017 dallo stesso Comune di Budoni (Ufficio edilizia privata).
I piani di lottizzazione e le relative convenzioni attuative non sono eterni, per legge e giurisprudenza costante, le opere di urbanizzazione devono essere realizzate entro 10 anni a regola d’arte: in caso contrario, le parti inattuate non possono essere più realizzate.
In questo caso, a opere di urbanizzazione non terminate, si pretende di poter andare avanti con un piano di lottizzazione stipulato più di quarant’anni fa e in contrasto con tutte le successive normative di tutela costiera e con il piano paesaggistico regionale (P.P.R.).
Insomma, un piano di lottizzazione zombie, come nella più squisita tradizione.
Con deliberazioni Consiglio comunale Budoni n. 36 del 3 agosto 2017 e n. 51 del 19 dicembre 2018 è stato approvato un “progetto di variante tipologica dei fabbricati” (art. 9, comma 5°, della legge regionale Sardegna n. 28/1998) concernenti il suddetto piano di lottizzazione ormai decaduto da anni.
“A soli 80 metri dal mare e dalla spiaggia bianchissima, le ville di Baia Sant’Anna sono in elegante armonia col silenzio e la natura incontaminata che le circonda”, scrive la società immobiliare Larus, annunciando la progettazione in corso del “comparto G” e del “comparto H”.
Nelle scorse settimane una ruspa sferragliava giulivamente, sterrando terreni per sconosciuti motivi.
L’associazione ecologista Gruppo d’intervento Giuridico odv ha inoltrato in proposito (29 dicembre 2020) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti al Ministero per i beni e attività culturali e il turismo, alla Direzione generale pianificazione territoriale e vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna, al Servizio valutazioni ambientali della Regione autonoma della Sardegna, al Comune di Budoni, ai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, informando, per quanto di competenza, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nuoro.
Un ultima considerazione, certamente non secondaria: non è azzardato ipotizzare la ripresa dei progetti edilizi sulla costa della Baia S. Anna con i sogni cementizi prospettati dal disegno di legge regionale n. 108 del 2020, attualmente in discussione in Consiglio regionale, sebbene la giurisprudenza costituzionale in materia sia contraria in maniera chiara e inequivocabile.
Oltre 37 mila e 500 cittadini hanno già sottoscritto la petizione per la salvaguardia delle coste sarde, per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).
Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà.
Gruppo d’Intervento Giuridico odv