Risalente all’epoca della Grande Guerra, la chiusura è stata ritrovata da Maria Crespi e da Denni Stefani, giovane coppia appassionata di storia, lungo un sentiero della Val Genova, ai piedi del Gruppo dell’Adamello. Durante il primo conflitto mondiale la zona è stata teatro della cosiddetta Guerra Bianca, così chiamata perché le truppe italiane e austriache si contendevano passi di alta quota di importanza strategica. L’annerimento del sughero e la caratteristica forma d’altri tempi, semi-quadrata e non cilindrica, hanno rivelato immediatamente alla coppia che si trattava di un reperto bellico. Di qui la decisione di affidare l’oggetto a Labrenta, azienda già nota ai due grazie ad una precedente collaborazione, che ha stabilito di ricreare Adamello a immagine del tappo storico.
“La storia non è fatta solo di grandi accadimenti – commenta Gianni Tagliapietra, CEO dell’azienda vicentina, dove lavorano anche i fratelli Amerigo e Franca – ma anche di piccoli gesti e oggetti quotidiani, di cui oggi siamo i custodi. Non conosciamo le circostanze in cui è stata aperta la bottiglia che questo tappo chiudeva, probabilmente però si tratta di un’occasione speciale, visto che in trincea il vino era spesso versato direttamente da damigiane e tinozze nel bicchiere metallico in dotazione di ogni soldato.
Molto più rara era la comparsa di una bottiglia, usualmente destinata alla mensa ufficiali, ma magari stappata anche dalla truppa in trincea per eccezionali occasioni, come poteva essere una vigilia di Natale”.
Adamello verrà riprodotto nel corso del 2021 in edizione limitata con uno speciale cofanetto che include anche la storia del ritrovamento raccontata dallo scrittore Stefano Ferrio.