L’umanità
Lo ha detto Papa Francesco nel videomessaggio inviato ai partecipanti all’incontro “The Economy of Francesco – I giovani, un patto, il futuro”, diffuso in streaming dal 19 al 21 novembre dalla Basilica di San Francesco d’Assisi. «Urge una diversa narrazione economica – ha spiegato il Papa –, urge prendere atto responsabilmente del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista» e colpisce «nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi».
L’umanità
Per questo «abbiamo bisogno di un cambiamento, vogliamo un cambiamento, cerchiamo un cambiamento». «Per questo è urgente trovare risposte, è indispensabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti capaci di elaborare cultura, avviare processi, tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze… al fine di cambiare gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società».
Papa Francesco ha riproposto le parole pronunciate Benedetto XVI, quando affermò che la fame nel mondo «non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale». Da qui l’invito a ritornare allo spirito del bene comune praticando la «cultura dell’incontro», che permette a molte voci di stare intorno a uno stesso tavolo per dialogare, pensare, discutere e creare, secondo una prospettiva poliedrica, le diverse dimensioni e risposte ai problemi globali che riguardano i popoli e le democrazie.
L’umanità
Ha spiegato Bergoglio che «non siamo condannati a modelli economici che concentrano il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura e sulla ricerca di politiche pubbliche che ignorano il costo umano, sociale e ambientale». Ed ha sottolineato che «è tempo, cari giovani economisti, imprenditori, lavoratori e dirigenti d’azienda, è tempo di osare il rischio di favorire e stimolare modelli di sviluppo, di progresso e di sostenibilità in cui le persone, e specialmente gli esclusi (e tra questi anche sorella terra), cessino di essere una presenza meramente nominale, tecnica o funzionale per diventare protagonisti della loro vita come dell’intero tessuto sociale».
Per Francesco, «la prospettiva dello sviluppo umano integrale è una buona notizia da profetizzare e da attuare, e questi – ha affermato – non sono sogni: questa è la strada, perché ci propone di ritrovarci come umanità sulla base del meglio di noi stessi». Riprendendo il Vangelo, il Papa ha detto che «il sogno di Dio è che impariamo a farci carico del fratello, e del fratello più vulnerabile», perché «la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente».
«Cari giovani, – ha detto Bergoglio – oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti». «La storia – ha sottolineato – ci insegna che non ci sono sistemi né crisi in grado di annullare completamente la capacità, l’ingegno e la creatività che Dio non cessa di suscitare nei cuori». «Non temete di coinvolgervi e di toccare l’anima delle città con lo sguardo di Gesù – ha concluso il Papa –.
Non temete di abitare coraggiosamente i conflitti e i crocevia della storia per ungerli con l’aroma delle “Beatitudini”. Non temete, perché voi potete unirvi ad altri per tessere un nuovo modo di fare la storia». (Antonio Gaspari, www.orbisproject.org).