Maimone: “La destra di Salvini e di Meloni non è in grado di rappresentare l’Italia”
Silvio Berlusconi, in una lettera indirizzata al Corriere della Sera, ha affermato: “Sarebbe impossibile governare il Paese con forze incompatibili con la nostra cultura”, riferendosi al fatto che il Partito Forza Italia, come qualcuno auspicava, avrebbe sostenuto la maggioranza. Cosa che non si è verificata.
Forze incompatibili, quelle dell’attuale Governo, con una visione politica come quella di Forza Italia, attenta, come sostiene Berlusconi, “ai valori cristiani, europeisti, nonché garantista di un credibile progetto politico e di leadership del Paese”.
Ci chiediamo, però, se i partiti considerati di destra, ossia quelli di Salvini e Meloni, siano compatibili con la cultura e i valori suindicati.
Il centrodestra è composto anche da Lega e Fratelli d’Italia, certamente sovranisti, assolutamente non europeisti e di cultura non democratica.
Berlusconi sostiene, inoltre, che
“Se non ci fosse Forza Italia nel nostro Paese non esisterebbe un centrod-estra di governo, esisterebbe una destra rispettabile, democratica, di successo, ma certamente minoritaria. Una destra non in grado di rappresentare l’Italia alla quale ci rivolgiamo”.
Ma allora, se Berlusconi considera la destra di Salvini e Meloni non in grado di rappresentare l’Italia, perché non ne prende le distanze?
Perché si ostina ad affermare, in modo contraddittorio rispetto alla reale considerazione dei suoi alleati:
“Il centrodestra è la nostra collocazione naturale”?
A mio avviso, Lega e Fratelli d’Italia non rappresentano neppure la destra, ma una destraccia del “parla come mangi”, populista e conservatrice, senz’altro di successo, visto i sondaggi, ma sicuramente non democratica, come sostiene l’ex Presidente del Consiglio.
Crediamo che la collocazione naturale di Berlusconi sia nel centro, insieme a partiti e movimenti di stampo democratico e moderato, che stanno costituendosi per fronteggiare l’avanzare di una nuora era fascista nel nostro Paese.
Si constata, difatti, in modo chiaro e distinto, che, in Italia, stanno affermandosi nuovi principi politici, che si fondano su istanze umanitarie, cristiane e anche laiche.
Berlusconi, se resta alleato del duo di destra, non vi è dubbio che debba scordarsi di diventare forza di Governo di natura democratica e liberale, ma è certo che finirà per connotarsi sempre più come propulsore di forme di estremismo, lontane dalla politica umanitaria che l’Europa incarna ed esprime.
La nuova Italia, che nascerà dalle macerie della pandemia, sarà sorretta da una formazione politica di natura democratica, che si ispira ai valori dell’uguaglianza, della solidarietà, dell’unificazione socio-economica dei territori, del benessere condiviso, del lavoro universalizzato, sorretto dal diritto del lavoro, che sconfiggerà la povertà e la schiavitù.
Vedremo rinascere i nostri territori e rifiorire l’economia, a tal punto da non esserci più poveri ed esclusi, ma solo cittadini, tali in quanto destinatari dei benefici derivanti dall’uguaglianza sociale ed economica, dai diritti umani che permettono di riscattare la dignità di ogni essere umano, nessuno escluso.
Non più poveri ai bordi delle strade, non più oppressi dalla violenza che sgorga dalle disuguaglianze sociali, economiche e umane, ma solo cittadine e cittadini abiteranno i territori della nostra nazione. Perché è certo che la Nuova Democrazia farà vivere un’economia dal volto umano, che pone al centro l’essere umano e la sua ineludibile dignità.