In pochi avrebbero scommesso che alla fine Matteo Renzi avrebbe tenuto duro sui propositi di ultimatum a Conte sulle ormai note richieste riguardanti la task force e il MES, aggiungendo riforme fiscale e costituzionale, nonché la legge elettorale proporzionale, senza tener conto dei vari problemi posti sui divieti che Conte e alcuni ministri vorrebbero porre per il periodo natalizio. Per le richieste più importanti, condizione sine qua non, pone come scadenza ultima il sei gennaio, giorno della befana.
Tutto questo è successo in solo quaranta minuti di incontro, il tempo di dare lettura alla lunga lettera lasciando pochissimo spazio ad una riflessione fugace, poi la delegazione guidata da Matteo Renzi si alza e lascia il premier a riflettere, anche su ciò che andrà a dire al popolo italiano in quella conferenza stampa annunciata, programmata e spostata di orario sino alle 21,30 di ieri, venerdì.
Va bene che a dirigere il traffico della comunicazione è sempre il fido Casalino, il che è tutto dire, e come a farci capire che tutto il popolo italiano era in attesa del premier veniamo messi a conoscenza che è stato raggiunto il venti per cento di share, senza tener nella pur minima considerazione che inserendo una edizione straordinaria del TG1, sfumando la Clerici che di ascolti ne fa tanto, non poteva che sfondare i video.
Comunque, questa volta l’ex premier sembra voglia fare sul serio, vuole essere lui a licenziare Conte, quel presidente del Consiglio che è riuscito a tenere a galla due governi con due maggioranze contrapposte ed sarebbe disponibile, se questo fosse possibile, di farne un terzo, magari ibrido o meglio incolore, trasparente.
Matteo, non lascia trascorrere il tempo inutilmente, lui sa bene che verba volant pertanto si precipita a rilasciare una intervista al Corriere: “Ora tocca al Premier dare risposte, altrimenti il Governo va a Casa”.
Il leader di Italia Viva: “Se ancora conosco i Parlamentari del PD, condividono la mia lettera: il Nazareno decida”.
Ad aggiustare il carico questa volta ci si è messo pure il nostro Presidente della Repubblica che per il numero speciale di “100 Idee per L’Italia” il Ha scritto: “…Per ripartire -dopo che la pandemia sarà finalmente alle nostre spalle- serviranno idee, progetti, cantieri, proposte. Occorreranno creatività e, soprattutto, capacità di visione…”.
Tutte qualità che non fanno certo parte della maggioranza giallorossa e men che mai del Premier.
Ora non siamo pochi ad augurarci di poter trascorrere un Natale in santa pace seppure in solitudine. Il tempo è sempre galantuomo, alla fine in qualche modo se ne uscirà fuori senza neppure escludere che una tornata elettorale sarebbe il toccasana anche se in Italia ciò sembra arrivare come una bestemmia. Per carità di Patria, quello no, eppure cosa c’è di maggior segno democratico di una bella elezione? La pandemia mica prevede che ciò sia impossibile.
BTBT