La domanda cardine è se i competenti siano all’altezza del loro costo sociale e delle prestazioni ottenute in passato. Funzionari, scienziati, intellettuali, manager… Chi sono gli esperti a cui abbiamo affidato la gestione delle nostre vite? Quando, come e perché ci siamo messi nelle loro mani? E cosa succede se i risultati del loro lavoro non sono all’altezza delle nostre aspettative?
Prova a rispondere Raffaele Alberto Ventura nel suo libro “Radical choc. Ascesa e caduta dei competenti” (Einaudi, 2020). L’autore ne discuterà online con Flaviano Zandonai martedì 22 dicembre dalle ore 18 sulle pagine Facebook del festival Éntula e di Lìberos e sul canale YouTube Lìberos Sardegna.
Il libro – Affidando le nostre vite agli esperti, ne siamo anche diventati dipendenti. È una storia lunga, la storia di come l’umanità ha ridotto l’incertezza del mondo delegandone la comprensione e l’amministrazione a un’élite di individui considerati «migliori».
Il Novecento ha segnato il trionfo di questi operatori specializzati, mostrando la loro eccezionale capacità di assicurare decenni di sicurezza e sviluppo, finché qualcosa si è inceppato. Di fronte ai competenti si ergono oggi i loro nemici autoproclamati: chiamiamoli populisti, perché oppongono alla retorica della minoranza istruita quella del «popolo», ai radical chic un radical choc. La domanda che pongono è urgente e merita di essere presa sul serio: a cosa servono gli esperti se non garantiscono più gli stessi rendimenti del passato?
Come i cicli economici richiedono talvolta, per ripartire, la sostituzione drastica di un parco tecnologico obsoleto con macchine di ultima generazione, anche i cicli culturali hanno bisogno periodicamente di essere resettati e riavviati. Al prezzo, va sottolineato, di un rischio colossale: perché se in rari casi questa strategia di «distruzione creatrice» permette l’inizio di una rinnovata fase di crescita, più spesso porta invece alla catastrofe. E se fosse giunta anche per noi la fine di un ciclo?
Raffaele Alberto Ventura è analista per il Groupe d’études géopolitiques di Parigi e scrive sulla rivista «Esprit», dopo avere lavorato per un decennio nel marketing presso un grande editore francese. È autore dei saggi “Teoria della classe disagiata” e “La guerra di tutti” (minimum fax 2017 e 2019).
Per fare un albero ci vuole un libro – Alla domanda “Su quale supporto leggi?” del questionario Éntula 2019, il 70% ha risposto di preferire i libri di carta. Questo ha indotto gli organizzatori a cercare un modo per attenuare l’impronta ecologica della passione, senza rinunciare ai libri di carta. Per questo, Lìberos si impegna a piantare nel 2021 un albero per ogni libro venduto durante gli eventi Éntula 2020.