Dopo l’ultimo impegno editoriale, dedicato alla storia del palazzo giudicale pubblicato nell’agosto del 2019, appare per i tipi della IGES una nuova opera dal sapore letterario, che si intitola “Dal diario di Frantzì”. Si tratta del nuovo libro di Francesco Tedde, scrittore ardarese classe 1941, appassionato cultore della storia del piccolo borgo.
Un’opera antologica che racchiude il meglio della produzione di Francesco Tedde , che mette insieme oltre duecentotrenta titoli premiati in concorsi letterari regionali, nazionali ed internazionali, relativa alla novellistica e alla saggistica, come il celebre Premio Alziator, che riconobbe allo scrittore il primo premio con medaglia d’oro per il racconto “Scaglie d’Argento”.
Dalle pagine dei diari, sono tratti i 29 racconti, ambientati in gran parte ad Ardara, autentico “ombelico del mondo” per Tedde. I temi delle novelle sono i più vari: dall’inaugurazione della via dedicata ad Antonio Gramsci, avvenuta il 9 maggio 1949, alle numerose tradizioni popolari oggi in gran parte perdute (come il racconto “L’ultimo gallo di Carnevale”) alle tante leggende, autentico patrimonio immateriale del piccolo borgo. Prendono forma santi, taumaturghi, pellegrini e viandanti, figure patriarcali della memoria rurale che vivono in un clima quasi fiabesco, in un passato degno del “Piccolo mondo antico”.
Ma i personaggi tratteggiati da Tedde sanno anche vivere nel presente, possono volare e attraversare il mondo: fanno così comparsa varie novelle ambientate a Cagliari e in tanti altri centri immaginari della nostra isola, popolati da figure a volte serene a volte inquiete, sconvolte da sentimenti viscerali e antichi.
Nel libro sono anche presenti diversi saggi, dedicati a varie tematiche: dal declino dell’abbigliamento popolare isolano (saggio che valse all’autore il titolo di “Accademico Arborense”) al retablo maggiore di Santa Maria del Regno, passando per l’analisi di figure importanti della Diocesi, come Igino Maria Serci, vescovo di Ozieri dal 1934 al 1938 o di personaggi del medioevo isolano, come Giorgia di Torres. Non mancano autentici medaglioni autobiografici relativi ai tanti anni di servizio nel mondo della scuola, proposti con velature ironiche e accattivanti. Chiudono l’opera 12 poesie, alcune in lingua sarda.
Rosy Massa