“Occorre un profondo studio dei problemi riguardanti la grave condizione giovanile in Sardegna – spiega Deriu –, un passaggio indispensabile per creare un quadro d’insieme sulle condizioni di vita dei nostri giovani, che sono le vittime invisibili dell’emergenza, attraverso un percorso che indichi quali siano le reali opportunità formative offerte e le barriere d’accesso al sistema educativo, ma anche gli iter di inserimento nel mondo del lavoro”.
Un annoso dibattito che trova puntualmente riscontro nei dati relativi alla disoccupazione giovanile (in Sardegna è intorno al 50%, contro il 28,9% dell’Italia), ai livelli di istruzione (sull’Isola la dispersione scolastica si attesta intorno al 23%, mentre nel resto del Paese è al 14,5%), e ai cosiddetti ”neet” (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione), che sull’Isola risultano essere ben il 27,7%, mentre la media dell’Unione Europea si attesta intorno al 12,9%. Senza dimenticare che in Sardegna il 22% dei minori vive in condizioni di povertà relativa e nel territorio regionale sono presenti le due province più anziane d’Italia in riferimento alla popolazione 0-17 anni (Oristano e Sud Sardegna), anche in virtù del fatto che nell’Isola si registra un incremento di nascite inferiore rispetto alla media italiana.
“Bisogna intervenire con urgenza per arginare questi fenomeni e ridurre drasticamente la percentuale di neet – prosegue il consigliere dem –. Una situazione drammatica che la Sardegna si trascina dietro da troppo tempo e che è stata aggravata dalla crisi sanitaria in atto dovuta al Covid. Per ottenere un cambiamento radicale è necessario fornire ai giovani gli strumenti e le competenze adatti a raggiungerlo. I giovani dovrebbero essere considerati punti essenziali di ogni riforma, sia economica che politica, e non fanalini di coda. Lo scopo dell’inchiesta – conclude Deriu – è fornire al legislatore e ai governanti un preciso quadro dell’emergenza e le linee di fondo di una nuova strategia della Regione e di tutte le istituzioni sarde per promuovere la crescita civile, culturale, economica e morale delle ragazze e dei ragazzi, così da consegnare un futuro alla Sardegna”.