Eppure, siamo in esercizio provvisorio”, sottolinea il presidente della Copagri Sardegna Ignazio Cirronis, chiedendo che “l’Amministrazione regionale provveda, quanto prima, a presentare la Legge di bilancio 2021, aprendo il confronto con le parti sociali e consentendo una proficua discussione in Consiglio”.
“Vogliamo ricordare – aggiunge – che lo scorso anno, con la motivazione delle difficoltà create dal COVID-19, il Consiglio ha approvato la manovra in un’ora senza alcun reale dibattito, né sul Programma Regionale di Sviluppo-PRS né sulla legge di bilancio e non vorremmo che succedesse un’altra volta, pena un’effettiva sospensione della democrazia”.
“Si è sostenuto che necessitavano alcuni chiarimenti da parte del governo in ordine alla quantificazione delle risorse di competenza regionale, ma francamente non si capisce come in tre mesi e mezzo non si sia riusciti a operare le verifiche necessarie, considerato anche che la legge di bilancio statale è stata approvata nei termini e da tempo è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo, è scattato per i primi due mesi l’esercizio provvisorio, che non fa bene all’economia, né può richiamarsi il fatto che ciò sia avvenuto in altre occasioni”, osserva Cirronis.
“Vorremmo sapere come l’Amministrazione intende distribuire le scarse risorse ordinarie, quale spazio intende riservare all’agricoltura, come esse si correlano alle risorse del Recovery Plan, sempre che abbia avanzato una proposta regionale, alle risorse della prossima programmazione comunitaria per il periodo 2021-2027 in capo ai Fondi Strutturali; sulla proposta di contenuti regionali in seno al PSN-Programma Strategico Nazionale”, evidenzia il direttore della Copagri Sardegna Pietro Tandeddu.
“Nonostante ripetute sollecitazioni, l’assessore regionale all’agricoltura Gabriella Murgia non ha ancora aperto una discussione con le rappresentanze agricole che hanno il diritto di sapere come si intendono affrontare i noti problemi che condizionano lo sviluppo del settore primario come le carenze infrastrutturali, strade rurali, energia, banda larga, che vorremmo a bocca d’azienda, potenziamento delle strutture irrigue, concretizzazione della continuità territoriale per le merci, transizione ecologica, riequilibrio tra aree costiere e zone interne, valorizzazione dell’immenso patrimonio di terre pubbliche, misure di adattamento ai mutamenti climatici, salvaguardia del territorio dal rischio idrogeologico, sviluppo delle filiere, ulteriore ringiovanimento degli addetti contestualmente a nuove politiche di innovazione e competitività”, conclude Tandeddu.