FRoSTA e la nuova gamma di Merluzzi MSC
L’impegno di FRoSTA nel coniugare gusto e sostenibilità continua, su diversi fronti: dal sostegno alle attività di salvaguardia e attenzione ambientale, anche al fianco di Legambiente, ai prodotti che vengono proposti nel banco surgelati, tra cui i filetti di pesce FRoSTA che premiano il gusto e la biodiversità, e che provengono da metodi di pesca sostenibile certificata MSC.
È proprio nel banco dei surgelati che FRoSTA presenta le ultime proposte che mirano a incentivare la scoperta di sapori nuovi, proponendo diverse varietà di pesce, dalle caratteristiche organolettiche specifiche e uniche. Ad esempio, se noi tutti pensiamo che esista solo una tipologia di Merluzzo, ci sbagliamo di grosso, e la nuova gamma di Merluzzi FRoSTA ne è una prova!
Il merluzzo MSC FRoSTA
Infatti, con il nome generico di Merluzzo si indicano numerose specie di pesci, tutti appartenenti alla stessa famiglia ma dal sapore, dalla consistenza e dall’intensità di colore diversa.
FRoSTA con la nuova gamma di Merluzzi Msc si fa portatrice di un’innovazione nel mondo dei surgelati che nei prodotti freschi è già iniziata: la valorizzazione della biodiversità che si traduce, sulle nostre tavole, nella possibilità di scoprire e assaporare nuovi sapori, tutti provenienti da pesca sostenibile.
La nuova gamma di Merluzzi Msc è stata creata proprio lavorando in questa direzione. Tra questi, il Merluzzo Carbonaro è pescato in modo sostenibile nell’Oceano Atlantico, nelle acque selvagge ed incontaminate davanti alla Norvegia. È una carne caratterizzata dal sapore deciso ed avvolgente e dal colore del corpo verde scuro, tanto da essere chiamato anche merluzzo nero.
Invece, il Merluzzo dell’Alaska, si presta a svariate ricette ed è ottimo anche al naturale, grazie al suo sapore delicato ed equilibrato, dovuto alla crescita allo stato brado nelle aree nord-orientali e nord-occidentali dell’Oceano Pacifico (precisamente nel Mare di Ochotsk) e lavorato secondo le linee guida MSC.
Il Merluzzo Nordico (Gadus morhua) vive nelle acque fredde e pescose dell’Oceano Atlantico settentrionale. È una carne dal sapore delicato, di un pesce nato e cresciuto nei mari della Norvegia, dove le correnti artiche rendono dura la vita dell’uomo, ma mantengono l’itticoltura pura e inalterata. È tra le varietà più pregiate per via della carne bianca, quasi argentea sul dorso, dal sapore delicato, perfetta da gustare al naturale. In alternativa c’è anche la sfiziosa cotoletta con una dorata e croccante panatura 100% naturale.
Impegno sostenibile
Il pescato di FRoSTA è completamente sostenibile. FRoSTA, infatti, utilizza esclusivamente metodi di allevamento e pesca responsabile, che tutelano l’ecosistema marino, dando la possibilità e il tempo agli stock ittici di ripopolarsi.
Sin dall’etichetta sul prodotto il consumatore trova tutte le informazioni sull’origine del pesce: la zona di pesca, il metodo di produzione e perfino l’attrezzo di pesca. Ad oggi FRoSTA è l’unica società in Italia a poter vantare la certificazione MSC (Marine Stewardship Council) e ASC (Aquaculture Stewardship Council) su tutta la gamma di prodotti. MSC è un’organizzazione no-profit indipendente con un programma di certificazione ecolabel di pesca, che verifica il rispetto di pratiche ecosostenibili, assegnando un marchio blu MSC ecolabel a chi rispetta i criteri di valutazione. Lo standard di pesca MSC si basa su principi fondamentali che pensano al futuro del mare, perché nell’oceano ci siano abbastanza pesci e lo stock possa riprodursi rendendo la pesca ancora possibile, ma anche per ridurre al minimo l’impatto ambientale, tutelando l’habitat marino e garantendo che la pesca sia gestita in modo responsabile.
Verso una catena del freddo sostenibile
Anche nel percorso che va dal mare al banco freezer, FRoSTA è coerente nel suo rispetto per l’ambiente e le persone. La catena del freddo, fondamentale per il controllo della temperatura dei cibi e per la salubrità dei surgelati, viene tutelata in tutti i passaggi, dal produttore al consumatore. Al tempo stesso FRoSTA si impegna a rendere la catena del freddo la più sostenibile possibile dal momento che
produrre cibo surgelato produce emissioni di CO2. Per questo ha adottato sistemi di raffreddamento con recupero di calore; impianti di biogas che riciclano subito i rifiuti vegetali; depositi di celle frigorifere alimentati da impianti fotovoltaici. Il tutto per realizzare un grande obiettivo aziendale: ridurre del 7% l’impronta di carbonio entro il 2022. Un impegno concreto, iniziato nel 2008, che negli ultimi 12 anni ci ha già portato a ridurre del 30% le emissioni.