Ciò a cui abbiamo assistito nella serata dell’epifania è un duro ed inaccettabile attacco alla libertà di voto.
Durante la riunione del Congresso in cui avrebbe dovuto essere certificata la vittoria di Joe Biden alla carica di Presidente degli Stati Uniti d’America, i sostenitori più violenti di Donald Trump hanno messo in atto una vera e propria insurrezione al Campidoglio di Washington.
Un episodio che interviene a conclusione di una settimana in cui la tensione politica è stata altissima, con il susseguirsi di parole di odio ed incitamento alla violenza che hanno infiammato le folle dei manifestanti convocati dal Presidente in carica.
Un gruppo di manifestanti violenti ha rotto le finestre per irrompere nel Campidoglio ed occuparlo, interrompendo il conteggio elettorale finale in corso, minacciando e diffondendo il terrore tra i membri del congresso e danneggiando i beni pubblici ivi presenti comprese le opere d’arte.
Il mondo ha assistito ad un vero e proprio attacco terroristico alle istituzioni. Vedere i parlamentari a terra con le maschere antigas è terrore, l’uccisione di uomini e donne durante gli scontri lo è.
La circostanza che abbiano potuto forzare porte e finestre ed accedere armati e travestiti senza alcuno scudo ha davvero determinato un enorme sconforto.
Parliamo degli Stati Uniti d’America, la più longeva democrazia del mondo che ha avuto la prima costituzione scritta e rigida della storia sancendo quel connubio tra democrazia e costituzione che caratterizza le democrazie contemporanee.
Una democrazia che, è sotto gli occhi di tutti, non è stata in grado di impedire un affronto simile durante una preannunciata giornata di altissima tensione.
Quanto accaduto, però, non ha fermato la democrazia.
Durante la notte, infatti, il Congresso si è riunito nuovamente in sessione congiunta per certificare i risultati del collegio elettorale 2020 e certificarne il risultato confermando la vittoria del presidente eletto Joseph R. Biden Jr e del Vice Presidente Kamala Harris con una condivisa condanna della “profanazione” del Campidoglio.
A conclusione della riunione il cappellano del Senato Barry Black ha lanciato a tutti i congressisti un monito sul peso delle loro parole ed azioni: “words matter and the power of life and death is in the tongue” (le parole contano e il potere della vita e della morte è nella lingua).
Il 2021 è un anno in cui ognuno di noi ha riposto tantissime speranze di libertà, di democrazia, di liberazione dalla paura e invece si apre in modo drammaticamente sconvolgente; eppure non si deve cessare di lottare per l’affermazione della legalità e della civiltà nel mondo.
Infatti il CNDDU condivide integralmente il messaggio di Barry Black nella ferma convinzione che l’agire e il parlare nell’interesse della democrazia sia una funzione primaria di ogni membro delle Istituzioni. A questi spetta il dovere di lavorare responsabilmente per la pace, adottando un codice etico di condotta e di discorso pubblico che escluda qualsiasi incitamento all’odio ed alla violenza, promuovendo i diritti umani fondamentali.