Italiani più green ma la pandemia frena i comportamenti virtuosi
Protezione della famiglia e onestà si affermano come i valori maggiormente sposati dagli italiani dall’avvento del Covid, subito seguiti da semplicità e parsimonia. Questi i dati emersi dall’ultima ricerca di mercato realizzata da W-Mind per SodaStream Italia e finalizzata a comprendere come si sono evolute le priorità degli italiani da quando la pandemia è diventata, purtroppo, parte della nostra quotidianità. La ricerca è stata condotta su un panel di 1000 italiani che bevono acqua frizzante a casa, statisticamente rappresentativi della popolazione italiana.
L’indagine
Dall’indagine emerge che la protezione dell’ambiente per gli italiani rimane, nonostante la pandemia, in cima alle loro preoccupazioni. Infatti, Il 36% delle famiglie italiane non acquista più prodotti o servizi con un impatto negativo sull’ambiente o sulla società e il 30% evita merci con imballaggio in plastica, se esiste un’alternativa. Inoltre, più del 50% delle famiglie italiane si aspetta che le aziende commercializzino packaging riciclabili al 100% e/o prodotti con materiali alternativi alla plastica.
Non in tutta l’Italia questo fenomeno ha lo stesso peso e, stando ai risultati della ricerca, il Sud Italia registra una notevole crescita in termini di acquisiti sostenibili, con particolare attenzione al plastic-free. A guidare la classifica del mezzogiorno è il Molise dove l’83% degli intervistati, una delle percentuali più alte d’Italia, ha affermato di preferire prodotti senza plastica. Seguono poi la Basilicata con il 77%, la Sardegna con il 74% e la Calabria con il 70%. A livello nazionale, il primato è delle regioni del Nord Italia trainate da Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia dove rispettivamente l’86% e il 79% degli intervistati si dichiara particolarmente attento agli acquisti sostenibili. Al Centro invece primeggia l’Umbria con il 73% seguita da Marche (63%) e Lazio (55%).
La sostenibilità prende quindi sempre più piede ma, complici le oggettive difficoltà del momento, alcuni comportamenti virtuosi – soprattutto quelli più legati alla sfera della spesa – sono rimasti indietro. In alcuni casi l’onda verde è stata frenata dai costi.
Non tutte le abitudini green sono però più costose di quelle meno virtuose. L’acqua del sindaco è infatti assai più economica rispetto all’acqua in bottiglia, oltre a essere decisamente più “green” e rispettosa dell’ambiente. E su questo fronte gli italiani hanno ampi margini di miglioramento: il panel intervistato solo nel 25% dei casi dichiara di consumare sia acqua frizzante in bottiglia che acqua del rubinetto, il restante 75% predilige l’acqua in bottiglia. E il Sud Italia si trova al di sotto di questa media con un consumo di acqua del rubinetto molto basso (media del 13%).
L’Italia è ancora il Paese in Europa con il più alto consumo di acqua in bottiglia. Ogni singolo cittadino ne beve più di 220 litri all’anno, per un totale di circa 11 miliardi di bottiglie, di queste ben l’84% è in plastica. Tutto questo si traduce nel consumo di 5,87 milioni di barili di petrolio in un solo anno!
L’impatto ambientale è evidente. Opportunamente il Parlamento è intervenuto inserendo nella recentissima Legge di Bilancio il “bonus rubinetti” per coloro che decidono di sostituire i rubinetti vecchi e di installare sistemi di filtraggio dell’acqua potabile: questo provvedimento dovrebbe far abbandonare ogni indugio anche a coloro che non bevono l’acqua del rubinetto per timore che non sia buona e salubre come quella in bottiglia.
Anche chi predilige l’acqua frizzante può fare altrettanto una scelta a basso impatto ambientale ricorrendo ai gasatori domestici. Secondo i dati di SodaStream Italia infatti dal 2008 ad oggi è stato possibile risparmiare oltre 6 miliardi di bottigliette di plastica grazie all’utilizzo del gasatore. Un piccolo e semplice gesto con grandi e concreti risultati.
Ma perché in Italia si consuma così tanta acqua in plastica monouso?
Dalla ricerca condotta da SodaStream Italia si scopre quali sono le principali cause di questo consumo di acqua in bottiglie di plastica monouso: il 28% degli intervistati non si fida della qualità dell’acqua di rubinetto e il 14% sostiene di non apprezzare il gusto dell’acqua corrente nonostante si tratti di un prodotto sottoposto a controlli stringenti e costanti. A fare particolare impressione è inoltre il dato sui millennials che, pur non avendo riserve verso il gusto dell’acqua, sono convinti per il 33% che l’acqua di rubinetto sia di scarsa qualità prediligendo quella in bottiglia.
I dati però raccontano una realtà diversa: l’acqua di rubinetto viene infatti controllata più volte durante l’anno; inoltre l’acqua di rubinetto è estremamente sicura in quanto potabilizzata attraverso un processo di clorazione finalizzato ad eliminare le contaminazioni batteriche a differenza di quella in bottiglia in plastica monouso che, se esposta ad agenti esterni non idonei, può perdere qualità. Infine l’acqua corrente è evidentemente più economica e più rispettosa per l’ambiente perché non implica il consumo di energia e materie prime per la produzione di materiali per imballaggio e l’inquinamento connesso al trasporto e allo stoccaggio.
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