I bombardamenti terra, aria, mare a fuoco vivo con vero munizionamento di guerra scaricano in terra in mare e nell’aria oltre all’amianto, al torio, all’uranio un’altra miriade di veleni bellici, piombo, mercurio, fosforo, tnt, rdx, octol, criolite, difenilammina, etilcentralite, solo per citarne alcuni. Il deposito delle scorie nucleari, che necessiterebbe di controlli militari non potrebbe non appesantire queste condizioni di servitù.
La Sardegna ,vista dal grande capitale, come terra utile per impiantarci industrie altamente inquinanti che nessun altra regione vuole. Infatti la nostra regione in quanto ad inquinamento in Italia risulta essere seconda solo al Piemonte. Stando ai dati del Ministero dell‘Ambiente sono oltre 56mila gli ettari di territorio sardo altamente inquinati ed a alto rischio sanitario per i cittadini. E tutto questo succede mentre la disoccupazione, e la povertà avaanzaano.
La pattumiera unica nazionale e forse anche europea delle scorie nucleari allocata nel nostro territorio, non porterebbe altro che danni, pregiudicando la vocazione ecocompatibile isolana basata sulla qualità dell’ambiente, delle produzioni agroalimentari e compromettendo i ricavi delle esportazioni e del settore turistico in espansione.
Il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, in caso di guerra, diventerebbe un obbiettivo sensibile esponendo ulteriormente la popolazione residente a rischi notevoli.
La Federazione del Sociale della USB sarda è assolutamente contraria che la Sardegna diventi la pattumiera nucleare. Da oltre sessant’anni le servitù militari e le servitù inquinanti non hanno portato nessun beneficio ai sardi e alla Sardegna, bensì, hanno portato e continueranno a portarci, inevitabilmente, la crescita della devastazione ambientale, di leucemie, tumori, malformazioni genetiche. Le scorie ad alto contenuto di radioattività richiedono tempi di isolamento che oscillano indicativamente dai 300 anni a migliaia di anni per tornare a livelli di radioattività equiparabili con quelli ambientali, accettando la costruzione della pattumiera nucleare nel nostro territorio, la servitù perdurerebbe e graverebbe anche sulle generazioni future per centinaia e centinaia di anni.
Non è di questo che abbiamo bisogno per risollevare le sorti economico/sociale e farci uscire dal sottosviluppo e malessere in cui è stata relegata la Sardegna.
La Federazione del Sociale della USB sarda chiede il rispetto della volontà dei sardi che il 15-16 maggio 2011, il Popolo Sardo ha già detto NO alle scorie attraverso il referendum consultivo di iniziativa popolare, ha sancito col 97% dei votanti l’assoluta indisponibilità del territorio sardo all’installazione di centrali nucleari e allo stoccaggio di scorie radioattive. E partendo dal giusto assunto che “chi inquina paghi”
il sito di stoccaggio va costruito presso le centrali dismesse, visto che quei siti sono già stati valutati sicuri geologicamente e idonei tanto che vi costruirono le centrali. I fusti non devono essere gettati in una vecchia miniera o interrati sotto terreni fertili come quelli individuati in Sardegna.
La Federazione del Sociale della USB sarda invita tutti i suoi iscritti e simpatizzanti e tutte le sarde e i sardi ad aderire e partecipare attivamente a tutte le azioni di contrasto alla costruzione di una pattumiera di scorie nucleari in Sardegna