La Sardegna, grazie alle particolari caratteristiche geografiche e morfologiche, costituisce la nicchia ideale per lo sviluppo di una flora diversificata, che ha attirato e continua ad attirare l’attenzione degli studiosi. Oggi lasciamo spazio alla lattuga del Monte Albo e allo studio, firmato da Lai e colleghi, che la vede protagonista. Seguiteci!
La lattuga del Monte Albo
Chiamata “camingioni de porcus” dalla popolazione locale, si tratta di un’erbacea che cresce – quasi in segno di sfida – tra le rupi calcaree della Sardegna centro-orientale, a 200-1.000 metri sul livello del mare.
Ciò che contraddistingue lei e le parenti del suo genere è l’emissione di un lattice bianco dal fusto quando viene inciso. Le foglie basali, che si dispongono a rosetta, presentano un margine dentato.
Proprio per questi motivi il suo nome scientifico è Lactuca (da “lactis”, latte) longidentata (“dai denti lunghi“).
Per ammirarla dal vivo bisogna necessariamente inerpicarsi tra i sentieri impervi del Monte Albo e del Supramonte, che rappresentano l’habitat naturale, meglio ancora se a maggio o giugno per vederla in fiore.
Ed è proprio nel Supramonte di Oliena che alcuni ricercatori delle Marche l’hanno raccolta per poterla studiare. Approfondiamo la questione!
La ricerca
Dopo aver raccolto la pianta in due diversi punti del Supramonte di Oliena, a 280 m.s.l.m., gli studiosi hanno distillato le parti aeree, estraendo così l’olio essenziale. Quest’ultimo si è rivelato ricco di α-pinene (27,64%) e limonene (25,8%).
Sottoposta a diversi test, inoltre, l’essenza di lattuga del Monte Albo:
- ha neutralizzato i radicali liberi e protetto, così, i grassi dall’ossidazione;
- ha inibito lo sviluppo del Bacillus subtilis a basse concentrazioni (IMC=100 μg/mL).
Conclusioni e prospettive per il futuro
Lo studio, dunque, ha messo in luce le attività antiossidanti e antibatteriche di un’erba, per la precisione del suo olio essenziale, molto rara e sconosciuta ai più ma con interessanti potenzialità, ad esempio in ambito alimentare.
Grazie alla capacità di prevenire l’ossidazione dei grassi e lo sviluppo del B. subtilis, batterio che contamina il suolo e che pertanto si potrebbe trovare negli alimenti, l’essenza di lattuga del Monte Albo potrebbe essere usata in futuro come conservante naturale.
Staremo a vedere se studi più approfonditi confermeranno queste potenzialità!
Jessica Zanza
Fonte: Natural Product Research (2020).