Lettera aperta di Salvatore Battaglia
“Alleviare la malinconia, riempire le nostre giornate con l’arte e le proprie passioni, spaziare con la mente quando i confini sono stretti. Non è forse questo ciò che ci ha insegnato Leopardi col suo capolavoro, l’Infinito? Riuscire a superare le percezioni oggettive e i limiti fisici (che si tratti di una siepe o di un appartamento) per scoprire un’immensità che può essere a portata di mano, se riusciamo ad ascoltare.
Un momento surreale che stiamo vivendo che non somiglia a niente, è un pezzo della mia vita che vivo con gli occhi chiusi e l’animo in attesa di qualcuno che mi dica: “è tutto finito”. E quel mondo che si sta allontanando, che non tornerà più ad esserci, che non piaceva a nessuno, del quale tutti si lamentavano, eppure temo che di quel mondo proveremo una crescente nostalgia. Ognuno con le sue abitudini, con i suoi tempi e con le sue pause.
L’uomo si adatta a tutto, ed ecco che, dopo parecchi mesi di paralisi emozionale e fisica, anch’io ho cercato di riadattarmi a questi strani momenti di semilibertà: il disegno, tralasciato da decenni, ora come un vero amico mi affianca nelle prime ore mattutine, la scrittura di alcuni ricordi degli anni passati ha scaturito un certo interesse di pubblico e di testate giornalistiche, la ginnastica o la palestra in casa da solo o quanto è permesso con il “Buon Emilio” mi rattrista ma anch’essa mi accompagna per il resto del tempo… E la musica (il pianoforte), vecchia amica che da tanti anni mi viene in soccorso nei momenti allegri o tristi, non chiedendomi mai perché l’abbia tralasciata.
E allora mi chiedo perché in questo tempo sospeso fra il reale e l’irreale, come in assenza di gravità, i mass-media e soprattutto la Rai, non approfitti di questa tregua sabbatica di settimane, di mesi, per sconvolgere totalmente i suoi palinsesti dando al Paese – e anche al buon Battaglia – l’opportunità di crescere culturalmente.
Perché non ci accompagni con nuovi palinsesti programmando finalmente i grandi film, gli sceneggiati d’autore come: Odissea, Pinocchio, I Promessi Sposi, Il Conte di Montecristo, Il mulino del Po’, I fratelli Karamazov, Madame Bovary… I grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e dei nostri pittori, dei grandi scultori, la lettura dei testi dei grandi scrittori letti e interpretati dai nostri attori più geniali, la prosa, la poesia, la danza, insomma perché non diamo la possibilità a milioni di utenti di scoprire che c’è altro, al di là dello sterile sproloquio dei salotti frequentati da vip o dai soliti tuttologi e opinionisti mercenari.
Concludo pensando che l’incertezza di questo tempo è l’habitat naturale della vita umana, ma sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della nostra serenità. È per questo che una serenità autentica, adeguata e totale sta solo in noi ritrovarla in qualsiasi momento della nostra vita, insieme ce la faremo…”.
Salvatore Battaglia