Nursing Up: «Poco meno di 4mila infermieri hanno risposto al bando Arcuri»
«Concentriamoci subito sui 30mila infermieri che operano sul territorio, presso le ASL, appelliamoci alla disponibilità dei colleghi che prestano servizio ai Centri medico-legali dell’INPS, dell’INAIL, ai liberi professionisti e a tutti gli altri colleghi dipendenti del SSN ai quali non viene già chiesto di fare prestazioni extraordinario. Chiediamo loro di scendere in campo, ma occorre retribuirli come si deve. Oggi è possibile pagare i colleghi con le cosiddette “prestazioni aggiuntive” che siamo riusciti a vedere inserite nella legge di bilancio approvata il 30 di dicembre u.s., dopo 3 mesi di battaglie, manifestazioni e persino uno sciopero, una tariffa oraria che è stata finalmente portata a 50 euro lordi onnicomprensivi, al netto degli oneri riflessi.
Fatto questo, lasciamo la possibilità di aderire a tutti i colleghi dipendenti delle aziende sanitarie italiane, che non risultano già impegnati oltre al loro orario ordinario di 6 ore. Parliamo, solo ad esempio, e in aggiunta a quelli del territorio che ho già citato, degli infermieri che prestano attività nei servizi ambulatoriali, anche ospedalieri, e che potrebbero mettersi a disposizione, almeno nei primi periodi, oltre il proprio orario ordinario per una vera e propria campagna di massa. Diamo a questa enorme platea di potenziali professionisti, che noi ogni giorno ascoltiamo e che sappiamo essere disponibili a rimboccarsi le mani per la loro Italia, la possibilità di mettersi a disposizione. Sondiamo il terreno senza perdere ulteriore tempo, cosa ci costa? Facciamolo attraverso il portale della Protezione Civile, come è stato già fatto per il bando dei 12.000 infermieri, andato alla fine così male».
Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, ci riporta con i piedi per terra e fa emergere le pecche di un “sistema vaccinale” che va modificato in corsa. Appena 4mila domande arrivate come risposta al bando del Commissario Arcuri, per il reclutamento degli infermieri, sono il segnale palese di un fallimento annunciato in partenza.
«È necessario un dietrofront immediato. È indispensabile rimboccarsi le maniche e tornare sulle fallaci decisioni che hanno escluso da queste dinamiche gli infermieri del SSN, da ultimo proprio nel bando di Arcuri. Che senso ha escluderli, come se tutti loro fossero già impegnati h24, se invece sappiamo che esistono colleghi che operano in servizi aperti solo al mattino o su due turni che potrebbero mettersi a disposizione per altro tempo della loro giornata? Siamo o non siamo in emergenza?
Ma soprattutto, oggi che il bando Arcuri per 12.000 unità si è dimostrato uno strumento fallace per il reperimento degli infermieri, a cosa serve mantenere ancora i contratti con le 5 agenzie esterne che dovrebbero cercare proprio quegli infermieri liberi e disponibili che tutti sappiamo non esistere in Italia?
Insomma, qui occorre una presa di coscienza forte da parte della politica e di chi, in questo momento, esercita i poteri pubblici. A cosa serve continuare a formare dottori in infermieristica, perché tali sono gli infermieri italiani, se poi facciamo bandi dove prevediamo di retribuirli con circa 1.500 euro netti al mese? Quei pochi giovani dottori infermieri liberi, che potrebbero mettersi in gioco in questo momento si concentrano al sud, e non accetterebbero certo di trasferirsi a fare vaccinazioni al nord per prendere 1.500 euro di stipendio, magari pagandone 800 per un affitto, piuttosto preferiscono andare in Germania o in Inghilterra, come già tanti di loro hanno fatto.
E c’è chi si chiede perchè i medici hanno risposto all’appello di Arcuri, anche se pensionati? Vi basta come risposta uno stipendio di 6.000 euro lordi previsto per loro, a fronte dei 3000 (più lordi che mai) destinati agli infermieri?
Insomma, qui occorrono, conti alla mano, almeno 27mila, uomini e donne, per sostenere le reali difficoltà di una sfida che deve, senza ma e senza se, portarci fuori dall’incubo pandemia. Perché lo abbiamo detto, e lo ripeteremo all’infinito, questi sono numeri necessari. Altro che i 12.000 infermieri del piano Arcuri. Ci venga lui a fare 120 milioni di somministrazioni entro ottobre prossimo, perché questo sarà necessario fare se si vuole mettere un punto sulla campagna vaccinale a quella scadenza, come si sente dire da più parti.
Ora bisogna rendersi conto che i 12.000 infermieri del bando Arcuri, che dovevano rappresentare una forza d’urto non ci sono, non esistono, almeno di fuori di un ssn già allo sbando, e dove già mancano quasi 90mila unità.
È il momento di organizzare un piano strategico alternativo – continua De Palma – e a effetto immediato. Lo dicono le cifre impietose che sostengono le nostre ipotesi sindacali di settimane fa, e che si riferiscono alla carenza di quel personale che al di fuori del sistema sanitario nazionale, di fatto, non può essere reperito. Tanto meno figuriamoci se potremmo mai arrivare a quei 27mila che, inesorabilmente, calcoli alla mano, servono per sostenere un peso di oltre 300mila somministrazioni al giorno, se si vuole arrivare a segno nei tempi che sostiene Arcuri, ovvero concludere il piano vaccini per l’autunno.
Servono infermieri, anche a mezzo servizio, servono come il pane, come sostegno a chi già sta sostenendo le vaccinazioni negli ospedali, a chi ma non può reggere in alcun modo il peso di un inevitabile aumento del numero di somministrazioni. Il motore è su di giri, la macchina corre il rischio di bloccarsi. Nessuno deve nascondere questa realtà con le autocelebrazioni serali, giocando a “chi è il più bello del reame”, con l’Italia che è prima nella classifica delle vaccinazioni tra i paesi UE. Insomma, stiamo vaccinando i medici e gli infermieri, era questo il primato che ci interessa? Anche noi questa evidenza la riconosciamo, ma sono numeri che non servono al nostro obiettivo.
Di questo passo avremo infermieri e medici immunizzati, perfetto, ma con i cittadini che continueranno a infettarsi e a morire. Così non arriveremo da nessuna parte, rischiamo di essere travolti da una terza ondata che, numeri dei contagi alla mano, sembra ormai vicina. Qui serve una reale vaccinazione di massa, destinata a tutti, dal primo all’ultimo italiano. In tutto ciò, quelle 586.000 dosi somministrate ai medici e agli infermieri nei primi 15 giorni (dal 27 dicembre a oggi) e che ci fanno dire di essere il primo paese d’Europa, noi dovremmo invece essere in grado di somministrarle ogni giorno.
Insomma – chiosa De Palma – conti alla mano sono circa 512.820 le dosi giornaliere che ci occorre somministrare per terminare la campagna entro ottobre, perché è questo il numero di inoculazioni che serve per poter garantire le 2 punture necessarie a immunizzare ogni cittadino. E bisogna tenere aperti i servizi dal lunedì al sabato. Se questo è il nostro obiettivo finale, altro che primi in Europa!».