Disastro ambientale nel veronese. L’Oipa chiede metodi incruenti per il contenimento delle nutrie, sull’esempio di Torino.
Il Piano di gestione della nutria redatto dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra, nella parte dedicata al controllo della riproduzione, non esclude interventi di contenimento mediante cattura, sterilizzazione chirurgica e successiva liberazione possano essere utilizzati su nuclei contenuti ed ecologicamente isolati come la colonia del cimitero di Lambrate.
Il disastro ambientale criminoso di Gazzo Veronese è stato scatenato dalla presenza delle nutrie nei terreni dell’agricoltore che ha sparso mais avvelenato, causando centinaia di morti nell’avifauna e tra gli animali selvatici.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ricorda che la normativa prevede che si possa procedere al contenimento delle nutrie con un piano di sterilizzazione ed eventuale spostamento, metodo alternativo all’eliminazione cruenta purtroppo attuata da alcune Amministrazioni.
«Le aree dove sono presenti le nutrie, possono prendere esempio da Torino. La Città Metropolitana di Torino nel 2018 ha attuato un progetto, al quale la stessa Oipa ha partecipato insieme ad altre associazioni animaliste, che ha evitato l’abbattimento delle nutrie », ricorda Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa Italia.
«La volontà comune di trovare strategie non cruente per il contenimento degli animali ha portato all’attuazione della proposta elaborata dal Centro animali non convenzionali (Canc) della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Torino. E così gli esemplari sono stati sterilizzati in laparoscopia direttamente sul posto con un furgone attrezzato da clinica veterinaria mobile».
L’Oipa suggerisce e auspica che si proceda alla sterilizzazione dei “castorini”, laddove la loro presenza possa causare danni alle coltivazioni.
Il Piano di gestione della nutria (Myocastor coypus) redatto dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra, nella parte dedicata al controllo della riproduzione, non esclude interventi condotti mediante cattura, sterilizzazione chirurgica e successiva liberazione.
Quanto al disastro di Gazzo Veronese, come già annunciato, l’Oipa ha dato mandato ai suoi legali di sporgere denuncia per avvelenamento, disastro ambientale e per uccisione di animali ai sensi dell’ 544 bis del codice penale.